Nonostante le gravi incongruenze rilevate dal Quirinale, oggi il Presidente della Repubblica ha firmato il DL Agricoltura di Lollobrigida, ignorando le proteste delle associazioni ambientaliste e animaliste, tra cui l’Associazione Animalisti Italiani Onlus.
Questa decisione favorirà i cacciatori e i bracconieri a discapito degli animali e dell’ambiente. L’Italia compie un passo indietro rispetto all’articolo 9 della Costituzione e agli impegni per la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi.
Il suddetto decreto, all’articolo 5, blocca il fotovoltaico, causando la perdita di migliaia di posti di lavoro e compromettendo gli obiettivi di decarbonizzazione.
Il Decreto Agricoltura priva gli agricoltori del diritto di scelta sulle loro terre, a vantaggio di intermediari remunerati dalla PAC. Il divieto di impianti fotovoltaici a terra limita la diversificazione delle fonti di reddito agricole, rendendo le aziende meno resilienti alle variazioni climatiche e di mercato. Contrariamente alle infrastrutture e all’urbanizzazione, l’installazione di fotovoltaici non comporta un consumo irreversibile di suolo. È sorprendente che si vietino queste pratiche mentre la Legge sul consumo di suolo resta inattuata, dimostrando un disinteresse delle istituzioni.
Il Governo deve approvare entro giugno 2024 il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, impegnandosi a semplificare l’autorizzazione per le rinnovabili e quadruplicare la potenza solare entro il 2030. Tuttavia, senza l’uso dei terreni agricoli, i target di decarbonizzazione sono a rischio. Emergono sospetti sull’interesse del Governo per i combustibili fossili e biocarburanti, a discapito delle rinnovabili. Il settore rinnovabile necessita di segnali politici chiari per garantire investimenti e una transizione energetica efficace, altrimenti l’intero sistema-Paese ne subirà le conseguenze.
L’Associazione Animalisti Italiani Onlus evidenzia come l’articolo che blocca le rinnovabili danneggi l’economia italiana e gli agricoltori. La disposizione impedisce l’installazione di impianti fotovoltaici anche in aree agricole incolte o abbandonate, limitando le fonti di reddito degli agricoltori e minando la loro resilienza.
Inoltre, le disposizioni che prevedono l’utilizzo dell’esercito per l’abbattimento dei cinghiali rappresentano un evidente fallimento delle politiche di gestione della fauna selvatica, evidenziando una mancanza di soluzioni efficaci ed eticamente accettabili, come l’uso del Gonacon, vaccino immunocontraccettivo che consentirebbe con una sola dose di sterilizzare una notevole quantità di cinghiali. Per non parlare della decisione di trasferire la competenza funzionale dei Carabinieri Forestali dal Ministero dell’Ambiente al Ministero dell’Agricoltura, vicino alla lobby venatoria: è particolarmente preoccupante, poiché favorisce un’ agenda ideologica che privilegia gli interessi agricoli a scapito della biodiversità e del benessere animale.
Chiediamo ancora una volta ai parlamentari di tutte le forze politiche di eliminare l’articolo 5 e le altre disposizioni critiche sull’ambiente e gli animali durante la conversione in legge del decreto. È urgente agire per proteggere l’ambiente, gli animali e l’economia italiana.