Roma, 4 ottobre 2017 – Un lager legalizzato. Un mattatoio mascherato. Questo era “Green Hill“. Questo era il posto dove si preferiva uccidere i beagle, piuttosto che curarli. Un “allevamento” dove produrre oggetti da vivisezionare e dove rispetto e tutela per la vita venivano considerati optional e non colonne portanti di un mondo civile. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, dando ragione ad Animalisti Italiani Onlus e a tutti coloro che quotidianamente si battono per la difesa degli Animali.
La Suprema Corte ha confermato la condanna per gli assassini che “gestivano” il lager di Green Hill a Montichiari, fortunatamente chiuso nel 2012 grazie anche all’impegno e alla mobilitazione di Animalisti Italiani Onlus. Una condanna a un 1 e 6 mesi per il co-gestore della struttura, Ghislane Rondot, e per il veterinario, Renzo Graziosi. A 1 anno di reclusione, invece, è stato condannato il direttore del “mattatoio”, Roberto Bravi.
Il Presidente di Animalisti Italiani Onlus, Walter Caporale, esulta: “E’ un giorno importantissimo perché, finalmente, la giustizia ha dimostrato che chi maltratta gratuitamente delle creature innocenti, che si tratti di esseri umani o di animali, deve pagare per ciò che fa. La sentenza della Corte di Cassazione – prosegue il numero uno dell’associazione – può segnare una svolta epocale verso il raggiungimento di quello che, da anni, noi Animalisti Italiani Onlus chiediamo a gran voce: l’inasprimento delle pene per chi maltratta o uccide gli animali. I tanti blitz e le proteste in difesa dei poveri beagle prigionieri di quello che altro non era che un lager, hanno trovato il giusto riconoscimento grazie a questa sentenza sacrosanta. Esultiamo per questo importante traguardo – conclude Walter Caporale – ma adesso non dobbiamo fermarci: Green Hill è stato solo uno delle tante realtà drammatiche in cui troppi animali, siano essi cani o no, sono ancora costretti a vivere qui in Italia”.
Alle parole di Walter Caporale, fanno eco quelle di Riccardo Manca, vice Presidente di Animalisti Italiani Onlus: “Quel 28 Aprile 2012 noi eravamo lì, davanti a quel “lager legalizzato” chiamato Green Hill. Quel giorno entrammo per liberare i beagle. Eravamo migliaia. Quella data, come questa sentenza della Corte di Cassazione, resteranno nella storia della lotta per la liberazione di chi è più debole dalla schiavitù imposta dall'”uomo”. Siamo fieri e orgogliosi di tutto ciò che è stato fatto per restituire dignità alla Vita di chi era sistematicamente oltraggiato, deriso, torturato e assassinato. Impunemente. Le emozioni e le lacrime di quel giorno resteranno per sempre nei nostri cuori, come quelle che ora scaturiscono in ragione di quanto pronunciato dalla Suprema Corte. Ma la battaglia è appena cominciata. Si tratta certamente di una sentenza “storica” – conclude Manca – per la prima volta si è andati oltre gli squallidi interessi economici e si è abbattuto il “lugubre” muro fatto di omertà, di soprusi, di violenze e di oltraggio verso la Vita dei più deboli. Una sentenza che si schiera dalla parte della compassione, dell’Amore e del rispetto. Una sentenza che finalmente ci rende meno indifferenti al dolore degli “altri Animali”. Come diceva Martin Luther King, “Fino a che tutti non sono liberi, nessuno è libero”.
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