Il Vicepres. Animalisti Italiani, Cirillo: “Chi è il vero criminale: chi ha tentato di salvare i cani o chi ha sperimentato su questi poveri animali?”
Roma, 10 Novembre – Una Giustizia bendata. In altri termini, cieca.
Secco il commento di Pier Paolo Cirillo, Vicepresidente di Animalisti Italiani Onlus – www.animalisti.it -, che quel 28 Aprile 2012 fu l’ultimo ad uscire dai cancelli di Green Hill. Così argomenta la sentenza emessa dal Tribunale di Brescia, che ha condannato 12 attivisti per furto aggravato: “La Giustizia deve rendersi conto di quando usare la mano pesante e quando, come in questo caso, contemplare delle eccezioni. Gli attivisti sono intervenuti per sottrarre alla sperimentazione e ad un inevitabile tunnel di sofferenza e morte oltre sessanta cani. Ma, le persone condannate, ironia della sorte, sono coloro che erano rimaste fuori ad aspettare la consegna dei cani da portare in salvo”.
Insomma, quelli condannati dal Tribunale di Brescia sarebbero sì conniventi, perché hanno contrinuito a questo grande proggetto di salvezza, ma materialmente non avrebbero commesso il fatto. E di quale crimine si sarebbero macchiati poi? Quello di provare a portare in salvo animali destinati ad una morte certa?
Incalza Cirillo: “Chi è il vero criminale: chi ha tentato di salvare i cani o chi periodicamente somministrava agli animali sostanze che hanno condotto alcuni alla morte?”
Va detto infatti che molti dei cuccioli salvati e dati in adozione sono morti nei mesi successivi all’affidamento. Le famiglie presso cui hanno trovto casa hanno speso molti soldi in controlli e analisi, ma le sostanze tossiche inniettate per la vivisezione hanno avuto la meglio.
“La Giustizia ha perso una grande occasione: quella di evolversi correggendo il tiro, ossia considerando gli animali degli esseri senzienti da tutelare e non meri oggetti di lucro”.
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