Grande partecipazione e sostegno per la manifestazione organizzata il 15 settembre in Piazza Regina Margherita a L’Aquila, contro la decisione della Giunta Regionale d’Abruzzo di autorizzare l’abbattimento di 469 cervi. L’evento ha raccolto l’adesione di oltre 22 associazioni animaliste e ambientaliste, tra cui Animalisti Italiani, WWF Abruzzo, LAV e ENPA, unite per fermare un provvedimento ritenuto ingiustificato e crudele.
La protesta contro la delibera regionale – approvata lo scorso 8 agosto e giustificata come misura per prevenire danni all’agricoltura e incidenti stradali – non si arresta. Le associazioni, insieme a esponenti del mondo scientifico, culturale e turistico, hanno ribadito la necessità di soluzioni alternative, che non prevedano l’uccisione dei cervi. L’evento di oggi segna un punto cruciale nella battaglia per salvare un simbolo della fauna abruzzese. Oltre ad aver raccolto oltre 100.000 firme, dopo una serie di Interrogazioni Parlamentari, le associazioni coinvolte hanno chiesto immediatamente l’apertura di un tavolo tecnico per discutere soluzioni non letali. In assenza di risposte dalla Regione, Animalisti Italiani sta valutando il ricorso al TAR per fermare il provvedimento.
La delibera si basa su dati forniti dai cacciatori stessi, che con un evidente conflitto d’interesse, hanno censito gli animali, stabilendo che il numero di cervi è più che raddoppiato rispetto al 2018. Ciò ha portato alla pianificazione dell’abbattimento, includendo anche 142 cuccioli di meno di un anno. Molti cacciatori sono disposti a pagare pur di portare a casa i corpi degli animali uccisi. Lo sterminio comincerà il 14 ottobre e si concluderà il 15 marzo 2025. Il tariffario prevede un pagamento di 50 euro per ogni piccolo abbattuto e 250 euro per un maschio adulto e 150 per i giovani maschi. Questo è il prezzo di una vita? Nonostante i danni da cervo indennizzati nell’ultimo anno siano stati solo € 25.940,73, a fronte di un bilancio regionale di 16,7 milioni di euro, si procede con una strage evitabile.
Walter Caporale, Presidente dell’Associazione Animalisti Italiani, ha dichiarato: “Non possiamo accettare che centinaia di cervi vengano sterminati. Esistono alternative etiche, come la contraccezione e il miglioramento delle infrastrutture per ridurre gli incidenti. La popolazione è contraria a questa strage, come ha mostrato l’elevato livello di partecipazione dei cittadini.”
Anche Francesca Alimonti, referente locale Abruzzo dell’Associazione Animalisti Italiani, ha sottolineato: “Il cervo è una parte fondamentale del nostro ecosistema e della nostra identità. Non si può sacrificare la biodiversità per meri interessi economici.”
La mobilitazione si estende oltre i confini regionali, con il supporto di numerosi esponenti del mondo dello spettacolo, tra cui Alessandro Gassmann e Giorgio Panariello, che hanno espresso la loro indignazione.
Animalisti Italiani Onlus e le altre organizzazioni invitano tutti i cittadini a continuare a sostenere la causa, firmando la petizione e partecipando alle future iniziative, perché la fauna selvatica dell’Abruzzo va protetta, non sterminata.