“Senza l’impegno delle Associazioni Animaliste non saremmo riusciti a conseguire un risultato così soddisfacente. Il PM aveva richiesto una pena inferiore, abbiamo ottenuto un inasprimento della pena: oltre al risarcimento, Antonio Fuoco sarà costretto a scontare un anno e nove mesi di reclusione. Il massimo a cui potevamo aspirare anche se trattasi solo di sentenza di primo grado e bisognerà attendere il ricorso in appello”, dichiara l’Avvocato di Animalisti Italiani Onlus Michele Capano.
La triste storia di Chicca era balzata ai “disonori” delle cronache per la sua particolare efferatezza. Un pomeriggio del 15 febbraio 2017 questa dolce cagnolina di circa sei mesi di piccola taglia, veniva uccisa a calci proprio dal suo “papà” nel quartiere Pastena di Salerno. Colui che avrebbe dovuto proteggere la sua vita, gliela toglie, diventando il carnefice. Si tratta di Antonio Fuoco, un pluripregiudicato che senza motivo ha scagliato tutta la sua violenza su una creatura inerme.
Dopo un iter lungo e complesso, finalmente oggi, il giudice ha condannato l’assassino della cucciola.
“Una sentenza esemplare – dichiara il Presidente di Animalisti Italiani Onlus Walter Caporale – un segnale per il futuro. Pur apprezzando l’operato del giudice, che ci auguriamo possa essere seguito da altri affinché chi commette questi atroci reati venga punito con severità e senza sconti di pena, resta sempre troppo lieve il dispositivo normativo vigente per crimini così efferati”.
I nostri attivisti – che già domenica erano scesi in piazza a Sala Consilina, ricordando anche Chicca, durante la manifestazione Insieme per Gaia contro il maltrattamento di un’ulteriore cagnolina randagia incinta che a causa di uno sparo di ignoti ha perso i suoi piccoli – anche oggi hanno fatto sentire la loro voce. L’avvocato dell’imputato nel processo per Chicca, infatti aveva richiesto rito abbreviato con conseguente discussione del processo in camera di consiglio alla sola presenza delle parti e dei relativi difensori. Ma gli animalisti presenti davanti la cittadella giudiziaria con un sit-in, con striscioni, cartelloni ed un fiocco rosa intorno al braccio in ricordo di Chicca, simbolo di tutti gli animali vittime della violenza hanno fatto sentire la loro presenza e tutto il loro amore per gli “ultimi”.
Anche Emanuela Bignami Responsabile Nazionale Randagismo: “Il giudice ha dato il massimo possibile della pena prevista dal nostro ordinamento giuridico, pena che non è sufficiente per reati così efferati. Un individuo come Antonio Fuoco è una persona estremamente pericolosa per la società e non è un caso che la sua fedina penale lo possa provare. Se vogliamo essere un paese civile, il Parlamento deve agire concretamente e subito per inasprire le pene per chi uccide e maltratta gli animali. Alla piccola Chicca nessuno potrà ridare la sua preziosa vita, lei non aveva commesso colpe per essere uccisa in quel modo brutale.”
Chicca è morta perché si è trovata nel posto sbagliato al momento “sbagliato”, ma sarebbe potuto accadere a chiunque: una donna, un bambino o un anziano poiché Fuoco era noto per essere un individuo socialmente pericoloso, recidivo, con particolare predisposizione a delinquere nei confronti di tutti gli esseri umani soprattutto verso i più deboli e indifesi.
“Raccapriccianti le immagini della violenza che provocano ancora oggi dolore e indignazione”, afferma il Vicepresidente dell’Associazione Riccardo Manca. E prosegue: “Chi commette ignobili atti di violenza gratuita come questo deve essere punito in modo esemplare. Chicca era una creatura mite, docile e indifesa. Meritava di vivere più di colui che l’ha strappata alla vita così barbaramente. Le pene per i reati commessi ai danni degli Animali devono essere pesantemente inasprite”.
Il rispetto della Vita prima di tutto. Chicca resterà sempre nel cuore di tutti noi. Ma quanti altri Chicca, Angelo, Snoopy devono morire ancora? Non uccidiamoli una seconda volta. Occorre continuare su questa linea, ma inasprendo le pene.