Roma, 10 maggio – Quel che è accaduto a Genova, precisamente a Valbisagno, è un fatto senza ombra di dubbio scandaloso! L’assoluzione dei due rom che hanno macellato, seguendo il rito islamico, un capretto lasciandolo poi legato a testa in giù a morire dissanguato, è quanto di più cruento l’uomo possa perpetrare.
Se in primo grado i due criminali erano stati sanzionati per aver commesso atti crudeli nei confronti dell’animale, la sentenza d’appello ha ribaltato tale condanna in quanto prevale “la necessità di tutelare la libertà di culto degli accusati, piuttosto che la sensibilità delle persone che si sono sentite offese rispetto a quanto successo”. La legge 189/2004 non tutela l’animale, ma difende il sentimento di pietà delle persone verso le sofferenze inflitte all’essere vivente.
L’Ass.ne Animalisti Italiani Onlus sta lavorando per migliorare la legge al fine di inasprire e rendere sicure le pene per chi uccide animali, in quanto non tollera la crudeltà su esseri viventi a scopo religioso, poiché una religione, come tale, non dovrebbe permettere che un’azione morale venga macchiata dal sacrificio di sangue innocente.
“Trovo tutto ciò al limite della decenza e dell’umano, è inammissibile che per scopi religiosi si possano trucidare anime innocenti, infliggendo dolore e supplizio”. Così commenta Walter Caporale, Presidente di Animalisti Italiani Onlus. “Vorrei capire quale sensibilità abbia permesso al giudice di pronunciare la sentenza, adducendo che un atto così abbietto non è lesivo dell’emotività e del decoro pubblico. Inoltre l’Islam prevede come modalità di macellazione la meno dolorosa, quanto è stato compiuto – conclude Caporale – è solamente una visione distorta e medievale degna del fanatismo religioso dei tagliagole dell’Isis”.
“Nessuna religione, tanto meno quella islamica, prevede atti di crudeltà verso gli animali.” Afferma Pier Paolo Cirillo, Vice Presidente. “Tant’è vero che Maometto affermava: “C’è una ricompensa in fare il bene a ogni essere vivente”. “Si parla anche di non affilare coltelli o uccidere animali di fronte ad altri”. “Auspichiamo che il Tribunale di Genova – conclude Cirillo – voglia rivedere questa sentenza indecorosa e lesiva di una civiltà che vuole evolversi e combattere la violenza in ogni ambito”.
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