“Non c’è giorno in cui non rileviamo, purtroppo, casi di maltrattamento con conseguente morte di animali indifesi.
Gran parte dei reati vengono commessi contro cani e gatti randagi ad opera di pseudo esseri umani che riversano su di essi, con una ferocia inaudita, i loro gravi problemi psicologici.
Bisogna fermarli a tutti i costi con leggi adeguate e degne di un paese civile, unitamente a un pesante inasprimento delle pene che le commisuri finalmente all’efferatezze delle azioni, in modo che fungano da deterrente per episodi come quelli accaduti a Treviso (TV) e a Fardella (PZ), rispettivamente ai danni di un gatto e di un cane, le cui vite spezzate non ritorneranno più indietro” dichiara Walter Caporale, Presidente degli Animalisti Italiani.
A distanza di poco tempo tra loro assistiamo a due crimini agghiaccianti.
Il primo scempio si è registrato a fine ottobre ai danni di una gatta, portata in condizioni gravissime ad un ambulatorio veterinario di Treviso in Veneto.
L’animale, al quale non è stato possibile che praticare l’eutanasia, secondo i sanitari sarebbe stata scuoiata viva e abbandonata morente.
La veterinaria, dott.ssa Donatella Cancelli, ritiene che queste lesioni siano state provocate volontariamente e non siano frutto di un incidente.
Chiunque abbia visto segnali le informazioni utili ai Carabinieri di Casale sul Sile (TV) che stanno conducendo le indagini per risalire ai colpevoli.
Ad inizio novembre, il secondo orribile animalicidio: stavolta siamo in Basilicata, precisamente a Fardella (PZ), dove un uomo lega un cane al furgone e lo trascina strusciandolo sull’asfalto fino ad ucciderlo perché “infastidito” dalla presenza del randagio nel suo terreno.
“Un secondo Matteo di Priolo Gargallo (SR), così entrambi i quattrozampe hanno perso la vita: il cane Pluto come Matteo è stato trascinato da un auto in corsa senza la minima pietà. È il quarto caso in Italia dall’inizio dell’anno. Qui, il povero segugio di circa 10 anni, è stato legato alla zampetta posteriore, rendendo così vano anche il disperato tentativo di correre!
Un’ebbrezza sadica senza precedenti.
Si tratta di una parossistica follia che denota, come già ampiamente dimostrato, una pericolosa devianza.
Un disturbo della personalità che si traduce poi, nella stragrande maggioranza dei casi, in ‘comportamenti sociopatici’ altamente pericolosi.
Continuiamo pertanto senza sosta a chiedere al Governo di inasprire pesantemente le pene per tali reati, anche attraverso la nostra petizione, e sollecitiamo i Comuni ad essere molto attenti al fenomeno del randagismo con azioni preventive su tutto il territorio di loro competenza.
Proteggere chi è più debole è un nostro dovere morale”, afferma il Vice Presidente degli Animalisti Italiani Riccardo Manca.
Per entrambi i reati, Animalisti Italiani ha intrapreso le relative azioni legali, attraverso l’operato degli avvocati dell’Associazione, per denunciare i maltrattamenti e le uccisioni alle Autorità competenti affinché queste inconcepibili crudeltà non restino impunite.