Ci troviamo a Gaville, frazione di Figline e Incisa (Firenze): impegnati in attività di controllo sull’attività venatoria gli agenti della polizia provinciale hanno trovato nei pressi di un’abitazione una trappola a doppio passaggio armata e pronta alla cattura di animali selvatici. All’interno della stessa c’era una seconda trappola con dentro, terrorizzato e segregato, un piccolo maschio di volpe di circa 4 mesi, alimentato con la carcassa in putrefazione di un pollo e con acqua contaminata.
Gli occhi dolci ed espressivi dell’indifeso cucciolo si sono inesorabilmente spenti a causa di due cacciatori senza scrupoli che lo hanno rinchiuso in questa gabbia illegale per usarlo come esca per attirare e uccidere la madre.
Gli agenti, dopo aver intercettato i presunti autori, hanno subito soccorso l’animale che però è arrivato morto alla clinica veterinaria. Secondo i veterinari il decesso sarebbe conseguenza dello stato di segregazione patito, della malnutrizione e dell’immane stress psicologico nel vano tentativo di richiamare la sua mamma.
“Il cucciolo di volpe è morto di stenti. Terminando in un modo atroce la sua breve vita che non gli verrà restituita. La caccia è morte! Provoca solo danni ad ogni essere senziente, compresi esseri umani, distruggendo i perfetti meccanismi della natura.
Potremo parlare di civiltà solo quando questa barbara “attività” verrà abolita definitivamente.
Nel frattempo sporgeremo denuncia per l’uso di mezzi non consentiti di cattura e per il maltrattamento e la morte del cucciolo”, dichiara Walter Caporale, Presidente degli Animalisti Italiani.
“Chiunque riesca ad architettare una simile tortura nei confronti di un cucciolo, di una creatura che si è appena affacciata alla Vita, si può tranquillamente classificare come sociopatico/psicopatico.
Individui socialmente pericolosi a cui andrebbe impedito di delinquere e di restare impuniti.
I cacciatori sono ‘criminali legalizzati’.
Abbiamo il dovere di porre fine a questo scempio.
Sollecitiamo le autorità preposte a modificare le leggi attuale e ad inasprire pesantemente le pene previste per questo tipo di reati.
Legalità non significa moralità.
Lo spessore morale dei cacciatori si dimostra ogni giorno di più inesistente.
Valgono meno di un chewing-gum masticato.
La vera evoluzione non può prescindere da una precisa presa di coscienza.
Siamo all’inizio della terza decade del terzo millennio e custodire i tesori e le meraviglie che Madre Natura ci ha donato – in prestito – (Animali ovviamente compresi) è diventato un nostro improcrastinabile dovere”, conclude il Vice Presidente Riccardo Manca.