ASSOCIAZIONI: “I NOSTRI RICORSI GARANZIA DI LEGALITA’ E TUTELA DELLE SPECIE PROTETTE. PARLAMENTO E REGIONI RISPETTINO LE NORME PIUTTOSTO CHE CANCELLARLE”
Domenica 15 settembre si apre la stagione di caccia 2024/25. Ancora una volta caratterizzata da numerosi calendari venatori regionali pubblicati in palese contrasto con le norme nazionali ed europee a tutela della fauna selvatica.
Grazie ai ricorsi delle associazioni animaliste e ambientaliste i TAR di mezza Italia hanno fermato l’apertura della caccia in 7 regioni: Calabria, Basilicata, Campania, Umbria, Marche, Veneto e Sardegna.
In particolare i giudici amministrativi hanno accolto le richieste delle associazioni rispetto alla necessità di fermare la caccia a specie considerate a rischio e per i periodi che si sovrappongono alla delicatissima fase della migrazione pre riproduttiva. Buona parte dei calendari sono infatti in pieno contrasto con i pareri ISPRA, e in palese violazione delle norme a tutela degli animali. Le cosiddette “preaperture”, da evento eccezionale sono oramai una consuetudine, non solo concessa ma addirittura pretesa dalle associazioni venatorie che permette di aprire la stagione di caccia fin dal primo settembre quando ancora molte specie sono in fase di nidificazione e tante altre vengono disturbate durante la migrazione.
“E’ ormai evidente – affermano le associazioni Animalisti Italiani, LAV, Anpana, CABS, ENPA, Federazione Nazionale Pro Natura, Gaia Animali e Ambiente, LAC, LEAL, Leidaa, Legambiente, LIPU-Birdlife Italia, Lndc Animal Protection, OIPA, Rete dei santuari di animali liberi e WWF Italia – che gran parte dei calendari venatori regionali sembrano scritti sotto dettatura delle associazioni venatorie. Questo sistema comporta non solo il rischio di irreparabili danni all’ambiente e alla biodiversità ma lo spreco di soldi pubblici necessari a impiegare personale col mandato di scrivere calendari illegittimi ed a sostenere le spese processuali necessarie a difendere ciò che troppo spesso è indifendibile”.
La Regione Campania ad esempio ha già subito ben 3 sconfitte in meno di un mese, nonostante sia addirittura arrivata a riunire il Consiglio regionale per assecondare i capricci dei cacciatori.
La gravità di questa situazione è riconosciuta anche dalla UE che ha già aperto due procedure contro l’Italia. Nonostante ciò, sia a livello regionale che nazionale, la politica non intende porre rimedio richiamando le regioni al rispetto delle regole ma cancellando le regole del diritto e della scienza e consentendo di sparare senza freni. Il Governo e la maggioranza parlamentare sono infatti al lavoro per aumentare ancora di più le concessioni ai cacciatori a partire dalla calendarizzazione in aula della Proposta di Legge sparatutto del leghista Bruzzone che dopo essere stata fermata grazie agli emendamenti presentati dal M5S e alla petizione promossa dalle associazioni ha trovato nuova vita grazie ad un escamotage parlamentare che eviterà di sottoporla alla discussione in commissione.
“E’ intollerabile che gli animali selvatici, che rappresentano un patrimonio di tutti i cittadini, della comunità internazionale e delle future generazioni, continuino ad essere utilizzati come bersagli di questo assurdo massacro. La caccia è un’attività anacronistica e pericolosa, i controlli quasi inesistenti e le sanzioni ridicole favoriscono la diffusione di illegalità, come avvenuto in Sardegna dove è stata uccisa a fucilate una rarissima Aquila di Bonelli. Noi continueremo a contrastare ogni tentativo di ulteriore riduzione delle tutele confidando nel fatto che la sensibilità della gente è sempre più alta e porterà alla finedi questa assurda attività che priva tutti i cittadini del diritto di godere della natura in sicurezza solo per accontentare i capricci diuna risicata minoranza di cittadini.”