Oggi, presso il TAR del Lazio, non si è tenuta la sentenza attesa sul destino dei 1.600 beagle prigionieri nei laboratori dell’azienda farmaceutica veronese Aptuit. Dopo un primo dibattimento tra le parti – avvocati delle associazioni animaliste, legali di Aptuit e il Pubblico Ministero – è stata avanzata l’ipotesi di dimezzare il numero dei cuccioli (da 1600 a 800) per la sperimentazione, ipotesi che ha suscitato indignazione tra attivisti e difensori dei diritti animali.
Durante l’udienza sono state denunciate le gravi condizioni di maltrattamento rilevate dal 2021, tra cui gabbie anguste e sofferenze multiple inflitte ai cani nei laboratori dell’azienda in contrasto con la normativa vigente. I giudici si sono riservati di esprimersi entro 30-60 giorni.
Nel frattempo, è stata fissata per il 16 settembre l’udienza del processo penale a carico del direttore generale e del direttore sanitario di Aptuit, accusati di maltrattamento animale.
“Non possiamo più accettare che cuccioli innocenti soffrano per esperimenti che possono e devono essere sostituiti da metodi alternativi,” dichiara Walter Caporale, Presidente dell’Associazione Animalisti Italiani.
“Auspichiamo una sentenza storica del TAR del Lazio che decida di fermare la sperimentazione animale presso Aptuit e di sottrarre i beagle a condizioni di sofferenza e vivisezione. Sarebbe una vittoria importante per la tutela dei diritti degli animali e per tutti coloro che da anni chiedono un cambio di rotta nella ricerca scientifica.”
La manifestazione organizzata oggi a Roma da Animalisti Italiani, Centopercentoanimalisti, Partito Animalista Europeo, Stop Plastica, ha visto la partecipazione di un centinaio di persone: attivisti, famiglie e cittadini comuni, uniti nella richiesta di un futuro senza vivisezione e nel sostegno alle nuove frontiere della scienza etica.
Negli Stati Uniti è stato approvato il “FDA Modernization Act 2.0”, che autorizza l’utilizzo di metodi innovativi, come test su cellule e modelli al computer, al posto degli animali per valutare la sicurezza dei farmaci. Una rivoluzione che può e deve ispirare anche l’Europa.
Il futuro della scienza è senza crudeltà.