Animalisti Italiani e la battaglia per un futuro senza gabbie: un impegno per la trasparenza e il benessere animale
Lo scorso 21 novembre, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, si è tenuta una conferenza stampa che ha rilanciato con forza la necessità di un cambiamento radicale nel settore zootecnico italiano. Il tema centrale è stato il superamento dell’allevamento in gabbia e l’introduzione di un segno distintivo “cage-free” nell’ambito del Sistema di Qualità Nazionale per il Benessere Animale (SQNBA), destinato a entrare in vigore il prossimo anno.
L’impegno di Animalisti Italiani nella coalizione End the Cage Age
Animalisti Italiani, da anni parte della coalizione italiana End the Cage Age, insieme a organizzazioni come Animal Equality Italia, ENPA, LAV, Legambiente e altre realtà impegnate nella tutela animale, ha ribadito il proprio sostegno alla richiesta di una maggiore trasparenza nel sistema produttivo e di un concreto riconoscimento per le aziende che hanno già investito in pratiche più etiche.
Il messaggio lanciato durante l’evento è chiaro: “Sì alla trasparenza, no alle gabbie, sì al segno distintivo cage-free”. Una richiesta che rispecchia il desiderio della società civile di promuovere una zootecnia più rispettosa del benessere degli animali e, al contempo, più competitiva sui mercati internazionali.
Un marchio per valorizzare le aziende virtuose
L’idea di introdurre un marchio distintivo per i prodotti “senza gabbie” non è solo un atto di giustizia verso gli animali, ma rappresenta anche un incentivo economico. Le aziende italiane che hanno già avviato la transizione verso sistemi senza gabbie hanno dimostrato che il cambiamento è possibile, e il riconoscimento di queste pratiche attraverso una certificazione aiuterebbe a valorizzare il loro impegno.
In Europa, più di 1.400 aziende alimentari si sono già impegnate a non utilizzare le gabbie per le galline ovaiole, e molte hanno esteso questi standard ad altre specie. Anche in Italia, importanti produttori del settore suinicolo hanno annunciato piani concreti per eliminare le gabbie dalle proprie filiere, aprendo la strada a un modello produttivo più sostenibile.
Un emendamento respinto, ma la lotta continua
Nonostante l’appoggio di parlamentari di diverse forze di opposizione, l’emendamento alla legge di bilancio 2025 che proponeva l’introduzione del marchio “cage-free” è stato dichiarato inammissibile dalla Commissione Bilancio. Questo ostacolo, però, non ferma la coalizione. “La battaglia per il benessere animale e la trasparenza è solo all’inizio”, ha sottolineato la coalizione, che continuerà a lavorare per portare avanti questa istanza con il supporto della società civile e delle istituzioni più sensibili al tema.
Le condizioni negli allevamenti: un’urgenza morale
Ogni anno, in Europa, oltre 300 milioni di animali vivono in gabbia. In Italia, questa realtà riguarda almeno 40 milioni di animali allevati in condizioni di sofferenza estrema, privati della possibilità di esprimere comportamenti naturali. La recente video-inchiesta presentata durante la conferenza stampa ha mostrato immagini strazianti di allevamenti di conigli in Italia e Polonia, rivelando una crudeltà che non può più essere ignorata.
Le voci dei politici e delle associazioni
All’evento hanno partecipato figure di spicco del Parlamento, tra cui l’On. Eleonora Evi (PD), l’On. Giulia Pastorella (Azione) e l’On. Devis Dori (AVS), che hanno ribadito l’importanza di un intervento legislativo per sostenere gli allevatori che hanno già abbracciato il cambiamento. “La vita in gabbia è uno straziante ergastolo per gli animali”, ha dichiarato l’On. Sergio Costa, vicepresidente della Camera, mentre altri parlamentari hanno sottolineato la necessità di una “rivoluzione culturale” per cambiare il modo in cui trattiamo gli animali.
Un impegno collettivo per il futuro
L’Italia sta vivendo un momento cruciale nella lotta per i diritti degli animali. Il crescente interesse pubblico per il benessere animale, dimostrato da sondaggi come l’Eurobarometro 2023, offre una spinta ulteriore per superare le barriere normative e promuovere un modello produttivo più umano e trasparente.
Animalisti Italiani e gli altri membri della coalizione End the Cage Age continueranno a fare pressione affinché il marchio “cage-free” diventi una realtà, convinti che questa sia una battaglia non solo per gli animali, ma per tutta la società. La transizione verso un futuro senza gabbie non è un’utopia, ma un passo necessario verso un mondo più giusto e sostenibile.