600.000 euro degli abitanti del Lazio in regalo ai cacciatori per sterminare animali rinselvatichiti. Animalisti Italiani contro il bando della Regione Lazio: “No all’abbattimento degli animali”. L’Associazione chiede incontro urgente al Governatore. Manifestazioni di protesta in caso contrario, a partire da LUNEDÌ 20 OTTOBRE ALLE ORE 15 DAVANTI ALLA REGIONE.
L’Associazione Animalisti Italiani ETS, impegnata da oltre venticinque anni nella tutela dei diritti degli animali e nella promozione di politiche pubbliche etiche e sostenibili, esprime ferma contrarietà nei confronti dell’Avviso Pubblico emanato dalla Regione Lazio, che prevede il finanziamento di interventi di “prelievo”, “cattura” e “abbattimento” di animali domestici rinselvatichiti, in particolare bovini ed equini vaganti.
Pur comprendendo le preoccupazioni legate alla sicurezza pubblica e alla tutela delle attività agricole, l’Associazione ritiene che il ricorso a metodi letali sia eticamente inaccettabile, inefficace dal punto di vista ecologico e contrario ai principi di tutela del benessere animale sanciti dalla normativa nazionale ed europea.
Il decreto si pone in netto contrasto con i principi stabiliti dalla legge quadro 157/1992, che stabilisce come il controllo della fauna selvatica (e, per evidente relazione, della fauna inselvatichita) debba avvenire tramite l’adozione di metodi che privilegino la salvaguardia della vita dell’animale, ritenendo l’abbattimento come extrema ratio e previo parere dell’Istituto ISPRA.
Nel caso specifico, il provvedimento della Regione Lazio non solo non prevede espressamente il preventivo parere dell’Istituto ISPRA, ma non fornisce alcun criterio graduale e distintivo in merito ai possibili interventi da operare sugli animali vaganti e cosiddetti “inselvatichiti”, ritenendo la soluzione dell’abbattimento sempre ammissibile.
“Gli animali rinselvatichiti non sono una minaccia da eliminare, ma il risultato di abbandoni, incuria e mancanze nella gestione umana. Trattarli come un problema da risolvere con la violenza è un errore che va contro i valori di una società civile,” dichiara Walter Caporale, Presidente degli Animalisti Italiani ETS.
L’Associazione chiede pertanto che la Regione Lazio:
- sospenda immediatamente l’attuazione del bando nella parte in cui prevede l’uso di metodi letali;
- destini i fondi pubblici a interventi di censimento, cattura non cruenta, sterilizzazione, recupero e trasferimento degli animali in rifugi e santuari idonei;
- coinvolga attivamente associazioni animaliste, ordini veterinari ed enti ambientali nella definizione delle strategie di gestione;
- istituisca un tavolo tecnico permanente per sviluppare politiche regionali basate su convivenza, prevenzione e rispetto;
- promuova campagne di informazione rivolte a Comuni e cittadini sulla gestione etica della fauna domestica rinselvatichita.
Il provvedimento regionale ha già suscitato una forte ondata di indignazione tra cittadini, associazioni e movimenti per i diritti animali. Per questo, gli Animalisti Italiani chiedono un incontro urgente con il Presidente della Regione Lazio, On. Francesco Rocca, al fine di avviare un dialogo costruttivo e individuare soluzioni condivise.
“La Regione non può ignorare la voce dei cittadini e delle associazioni che chiedono rispetto per la vita. È necessario fermare immediatamente ogni ipotesi di abbattimento e aprire un confronto serio e civile,” aggiunge Caporale.
L’Associazione sottolinea infine che un approccio etico e non violento alla gestione degli animali rinselvatichiti rappresenta l’unica via coerente con i principi di tutela, compassione e responsabilità che dovrebbero guidare le istituzioni pubbliche.
Unisciti a noi!
Ti chiediamo di aderire al mail bombing contro l’abbattimento degli animali rinselvatichiti nella Regione Lazio.
Invia una e-mail ai seguenti indirizzi:
segreteria.presidente@regione.lazio.it
Testo da copiare:
Oggetto: No all’abbattimento degli animali rinselvatichiti
Alla C.A.
Francesco Rocca
Presidente della Regione Lazio,
Roberto Aleandri
Direttore della Direzione regionale Agricoltura e Sovranità alimentare, Caccia e Pesca, Foreste
Come cittadino preoccupato per la tutela degli animali e dell’ambiente, esprimo la mia ferma opposizione all’Avviso Pubblico recentemente emanato dalla Regione Lazio, che prevede il finanziamento di interventi di “prelievo”, “cattura” e “abbattimento” di animali domestici rinselvatichiti, in particolare bovini ed equini vaganti.
Pur comprendendo le esigenze di sicurezza pubblica e di tutela delle attività agricole, ritengo che il ricorso a metodi letali sia eticamente inaccettabile, inefficace sul piano ecologico e contrario ai principi di benessere animale sanciti dalla normativa nazionale ed europea.
Il decreto si pone inoltre in netto contrasto con i principi stabiliti dalla legge quadro 157/1992, che stabilisce come il controllo della fauna selvatica (e, per evidente relazione, della fauna inselvatichita) debba avvenire tramite l’adozione di metodi che privilegino la salvaguardia della vita dell’animale, ritenendo l’abbattimento come extrema ratio e previo parere dell’Istituto ISPRA.
Nel caso specifico, il provvedimento della Regione Lazio non solo non prevede espressamente il preventivo parere dell’Istituto ISPRA, ma non fornisce alcun criterio graduale e distintivo in merito ai possibili interventi da operare sugli animali vaganti e cosiddetti “inselvatichiti”, ritenendo la soluzione dell’abbattimento sempre ammissibile.
Gli animali cosiddetti “inselvatichiti” sono spesso il risultato di abbandoni o mancanze nella gestione da parte dell’uomo. Non si tratta di un problema “da eliminare”, ma di una responsabilità collettiva da affrontare con strumenti civili, strutturali e non violenti.
Per queste ragioni, chiedo che la Regione Lazio:
- sospenda immediatamente l’attuazione del bando nella parte in cui prevede l’uso di metodi letali;
- destini i fondi pubblici a interventi di censimento, cattura non cruenta, sterilizzazione, recupero e trasferimento degli animali in rifugi e santuari idonei;
- coinvolga le associazioni animaliste, gli ordini veterinari e gli enti di tutela ambientale nella definizione delle strategie di gestione;
- istituisca un tavolo tecnico permanente per sviluppare politiche regionali coerenti con i principi di convivenza, rispetto e prevenzione;
promuova campagne di informazione e formazione rivolte ai Comuni e ai cittadini sulla gestione etica e non violenta degli animali domestici rinselvatichiti.
Chiedo cortesemente di avviare un dialogo diretto con la cittadinanza e le realtà attive sul territorio, al fine di trovare soluzioni attraverso il confronto democratico e la ricerca di alternative non cruente.
In attesa di un riscontro, porgo cordiali saluti.