ANCHE TU PUOI FARE LA DIFFERENZA!
Come?
Inviaci la tua segnalazione con foto, indirizzo e nome del Ristorante, Città a news@animalisti.it
Altrimenti:
DENUNCIA I RISTORANTI E I NEGOZI CHE ESPONGONO ARAGOSTE O ASTICI SUL GHIACCIO E CON LE CHELE LEGATE. È vietato dalla Legge italiana e praticato dal 40% dei Ristoranti di pesce!
Di seguito trovi il FAC-SIMILE DENUNCIA da copiare e compilare con i tuoi dati, indirizzo del ristorante e foto delle Aragoste che hai visto sul ghiaccio con le chele legate.
– Presentalo al COMMANDO DEI CARABINIERI DELLA TUA ZONA oppure
– Invialo con Raccomandata alla PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE ORDINARIO DELLA TUA CITTA’.
FAC-SIMILE DENUNCIA:
PROCURA DELLA REPUBBLICA
PRESSO IL TRIBUNALE ORDINARIO DI —
o
COMMANDO DEI CARABINIERI —
ATTO DI DENUNCIA
Io sottoscritto…………..,nato a …… il……., residente a…… in Via……, mi pregio esporre alla S.V. Ill.ma quanto segue.
Voglio segnalare un fatto che ha assunto ormai da tempo dimensioni preoccupanti, e mi riferisco, in particolare, all’ostensione di aragoste, astici ed altri crostacei vivi all’interno di supermercati e ristoranti in condizioni del tutto inaccettabili, e palesemente illegali, ovvero sul ghiaccio e/o con le chele legate.
Questa vergognosa pratica, “giustificata” dalla volontà di rendere palese che il prodotto messo in vendita sia il più fresco possibile, fa sì che la logica di mercato entri in insanabile conflitto con le regole di corretta gestione di questi animali, i quali possono sì essere commerciati vivi, ma certo non sottoposti a questo genere di torture.
Ciò è quanto hopotuto verificare all’interno dell’esercizio commerciale ……., sito in ….alla via …..numero civico, nella città di……….
Una scena che ha suscitato la mia indignazione ( e quella di………), per la evidente sofferenza inflitta a quei poveri animali, costretti a stazionare sul ghiaccio ed impossibilitati a compiere il benché minimo movimento.
A supporto della veridicità dei fatti illeciti ora esposti, ho realizzato i reperti fotografici, che si allegano (all.2),
È evidente che lo stato di cose appena descritto è solo un inutile e gravissimo mezzo di tortura di questi poveri animali, sottoposti a trattamenti incompatibili con la loro natura, al solo fine di assicurare un maggior introito (la tanto sventolata “garanzia di freschezza”) al gestore del locale.
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Nel merito dei fatti esposti emerge in maniera lampante come debba ritenersi integrata la fattispecie di cui all’art. 544-bis e/o quella di cui all’art. 727 c.p.
Ed infatti, la norma per prima richiamata sanziona la condotta di “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale”.
Nello specifico, la fattispecie di cui all’art. 544-bis c.p. punisce ogni ipotesi di uccisione tale da provocare sofferenza, a nulla rilevando il fatto che l’animale ucciso sia o meno domestico, dal momento che essa fa generico richiamo alla morte dello stesso, senza che possa operarsi una distinzione fra diversi tipi di animali (Trib. Firenze, 3 agosto 2009).
Ritengo utile riportare il contenuto del parere espresso dal Ministero della Salute – parere del 29 luglio 2007 – proprio sulla “sofferenza di aragoste e astici vivi con chele legate e su letto di ghiaccio durante la fase di commercializzazione” (all.3), secondo cui “il posizionamento degli animali sul ghiaccio, anche se avvolto in sacchetti a tenuta, è assolutamente inappropriato sia come metodo anestetico che come metodo di stoccaggio, in quanto il contatto diretto con il ghiaccio determina asimmetria della perfrigerazione, sbalzo improvviso di temperatura, shock ipoosmotico da acqua di scioglimento o da condensa, ipossia e stress anaerobico”.
Quanto, poi, alla pratica di tenere le chele dei crostacei legate, il medesimo ed appena citato parere rileva che “la legatura prolungata delle chele, oltre a determinare atrofia muscolare e inibizione dell’alimentazione se naturale, causa la ben più importante interferenza con i comportamenti di minaccia/difesa, in particolare se il colore della banda elastica è tale da alterare l’efficacia dei segnali di comunicazione visiva intra ed interspecie. L’applicazione della banda in animali freschi di muta può distorcere e indebolire le chele. L’occasionale liberazione della chela in singoli animali può provocare gravi danni da aggressione ad altri animali legati presenti nel vivaio”.
Si rileva, ulteriormente, che anche altre forme di detenzione dei crostacei all’interno delle esposizioni può essere cagione di maltrattamento dei medesimi e, segnatamente, il digiuno prolungato, il mancato controllo della temperatura, l’esposizione a luce diretta ed intensa.
Tutto quanto appena detto rende palese che anche ove, in astratta teoria, non si ritenesse integrata la fattispecie di cui all’art. 544-ter c.p. dovrebbe nondimeno dirsi ricorrente l’ipotesi di cui all’art. 727 c.p. nella parte in cui sanziona la condotta di chi detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura.
Ed infatti vale ricordare che, secondo la giurisprudenza, per integrare l’ipotesi di cui all’art. 727 c.p. non è necessaria la volontà del soggetto agente di infierire sull’animale, né che quest’ultimo riporti una lesione all’integrità fisica, potendo la sofferenza consistere in soli patimenti (Cass., Sez. III, 13 novembre 2007, n. 175).
Del pari si intende fare menzione della circostanza per cui configurano il reato di maltrattamenti di animali, anche nella formulazione novellata di cui all’art. 727 c.p., non soltanto quei comportamenti che offendono il comune sentimento di pietà e mitezza verso gli animali, destando ripugnanza per la loro aperta crudeltà, ma anche quelle condotte che incidono sulla sensibilità dell’animale, arrecandogli un dolore (Cass., Sez. III, 7 novembre 2007, n. 44287).
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In ragione di tutto quanto esposto, con il presente atto presento denuncia – querela nei confronti del responsabile dell’esercizio commerciale …., sito in ….., alla via ……., e di chiunque sia con lui concorso o abbia cooperato nel reato, in ordine alle fattispecie di cui agli artt. 544-bis e/o 727 c.p., ovvero di ogni altra ipotesi che la S.V. ravvisi nei fatti esposti.
Fatto accertato in ……. , il …….
Chiedo di essere avvisato, ai sensi dell’art. 408 co. II c.p.p., dell’eventuale richiesta di archiviazione.
Chiedo di essere avvisato, ai sensi dell’art. 406, co. III, c.p.p., dell’eventuale richiesta di proroga del termine delle indagini preliminari.
Dichiaro di oppormi all’emissione del decreto penale di condanna.
FACOLTATIVO PER LA DENUNCIA: tutela dei miei interessi di persona offesa dal reato, nella qualità di Presidente dell’Associazione su indicata, nomino proprio difensore l’Avv. del Foro di ……con Studio ivi alla Via ……n. …….( tel…….– fax …….pec …….) presso il quale eleggo domicilio.
Delego al deposito del presente atto di denuncia – querela il nominato difensore, Avv. …..
Si allegano al presente atto:
1. N. reperti fotografici tratti dall’esercizio commerciale ……. in data …….
FACOLTATIVO ( lo trovate su pagina FB Animalisti Italiani o su www.animalisti.it o potete richiederlo allo 06.780.41.71 – segreteria@animalisti.it ) 2. Parere del Ministero della Salute su “sofferenza di aragoste e astici vivi con chele legate e su letto di ghiaccio durante la fase di commercializzazione”.
Con osservanza.
Roma, …….
………………
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