Era l’allevamento ‘di riferimento’ della zona per i cani di piccola taglia, ma si è rivelato essere anche l’unico focolaio in Italia e in Europa di Brucella Canis, zoonosi infettiva trasmissibile anche all’uomo.
Lo hanno scoperto i Carabinieri forestali del Nucleo di polizia ambientale, agroalimentare e forestale che hanno sequestrato l’allevamento di Trecastelli, in provincia di Ancona.
La struttura conteneva quasi mille cagnolini: 850 circa tra chihuahua, barboncini, maltesi e altre razze. Tutti maltrattati e la metà malati.
Un ulteriore allarme viene lanciato a causa della vendita di alcuni esemplari contagiati che potrebbero diffondere il contagio all’uomo.
“Il sequestro, dell’allevamento a Trecastelli non è sufficiente, urge chiuderlo definitivamente e agire subito separando i maschi dalle femmine per bloccare la riproduzione. Occorre seguire terapie e profilassi con tempestività per evitare il propagarsi della zoonosi. In un contesto pandemico come quello che stiamo vivendo è gravissimo quanto accaduto in questo allevamento-lager: si tratta del primo cluster di brucellosi canina in Europa e non ci sono neanche protocolli o casi precedenti analoghi” dichiara il Presidente degli Animalisti Italiani, Walter Caporale.
“La vendita di cani di razza che troviamo di per sé scandalosa, in tale struttura era particolarmente attiva e ricordiamo che, già nel 2018, l’allevamento era stato segnalato alle autorità per irregolarità e mancanza del rispetto delle regole igienico sanitarie. Eppure non è stato chiuso. Solo provvedimenti restrittivi. Nonostante ciò il numero dei cani continuava a crescere indisturbato.
Oggi ne paghiamo le conseguenze in termini di salute collettiva. Non dimentichiamo l’aspetto morale: detenzione degli animali in condizioni di sofferenza e utilizzo di esseri viventi al pari di oggetti inanimati”, conclude Riccardo Manca, Vice Presidente degli Animalisti Italiani.
Chiediamo all’autorità giudiziaria, attraverso i nostri legali, la chiusura definitiva dell’allevamento di Trecastelli.