Gravi i fatti emersi in seguito all’inchiesta condotta dal programma Report, in onda il 5 gennaio, sulla gestione dell’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana (ENCI). Come sempre, denunciamo le pratiche eticamente e moralmente inaccettabili che coinvolgono il trattamento dei cani.
Il servizio giornalistico riporta le irregolarità amministrative e legali che hanno oscurato la trasparenza di questo ente, incaricato di tutelare le razze canine e di gestire le competizioni sportive legate agli animali. “Siamo di fronte a un sistema che, pur dichiarando di essere senza scopo di lucro, si muove dietro a affari milionari, con ricadute devastanti sul benessere degli animali e sul futuro della cinofilia”, dichiara il Presidente degli Animalisti Italiani, Walter Caporale.
L’inquinamento del libro genealogico, le violazioni del regolamento ministeriale, i maltrattamenti fisici e psicologici ai danni dei cani e le violazioni dei diritti degli animali sono solo alcuni degli aspetti che l’inchiesta ha fatto emergere. La situazione è particolarmente allarmante se si considera che chi ha cercato di denunciare queste anomalie è stato oggetto di intimidazioni, con il rischio concreto che le segnalazioni vengano silenziate.
All’Insubria winner l’Ente nazionale cinofilia italiana, decreta i migliori cani di razza. – spiega la giornalista Giulia Innocenzi, autrice dell’inchiesta– Per accaparrarsi il titolo, i cani vengono tirati a lucido. Dietro lo scintillio della toelettatura e del pelo lucido, però, ci sono le ombre di una genetica che spinge alcune caratteristiche delle razze in maniera estrema.
Non possiamo più permettere che in Italia vengano ignorati i diritti degli animali e la necessità di una gestione onesta e competente degli enti preposti alla loro tutela. Chiediamo, in primis, un’azione urgente e concreta da parte del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MASAF) e del Ministro Francesco Lollobrigida. È fondamentale che il Ministro riferisca su quanto accaduto e su come intende affrontare la questione. La trasparenza e la responsabilità sono imprescindibili per ricostruire la fiducia nei confronti delle istituzioni e tutelare i diritti degli animali.
In secondo luogo, chiediamo una revisione immediata delle nomine all’interno dell’Enci, affinché siano selezionati professionisti competenti, senza conflitti di interesse, in grado di garantire una gestione sana e rispettosa degli animali. Le nomine politiche e il “feudo” che ha caratterizzato l’Ente negli ultimi anni sono un ostacolo insormontabile per chi vuole fare seriamente la tutela degli animali. Il conflitto d’interesse è evidente, e non possiamo più accettare che l’interesse per gli animali venga sacrificato per il tornaconto di pochi.
Proponiamo la creazione di un organismo di vigilanza indipendente, composto da esperti in cinofilia, veterinaria e diritti degli animali, con il compito di monitorare costantemente le attività dell’ENCI, di valutare la qualità e l’etica del lavoro svolto, e di intervenire tempestivamente in caso di maltrattamenti, irregolarità o conflitti di interesse.
È giunto il momento di fare pulizia all’interno delle istituzioni che dovrebbero occuparsi della tutela degli animali. Il nostro Paese non può permettersi di restare indifferente di fronte a queste evidenti violazioni. Non possiamo più tollerare che gli animali continuino a essere vittime di maltrattamenti in nome di interessi economici e politici.