È partita l’ “operazione massacro” per eliminare gli esemplari di mufloni presenti sull’Isola del Giglio, considerati invasivi e dannosi per coltivazioni e biodiversità.
Siamo perplessi sulla valutazione che ha condotto a una sorta di “pulizia” dell’intera specie: motivazioni blande, considerato che i danni all’agricoltura causati dagli animali hanno determinato richieste di indennizzo per soli 1.200 euro totali. Una cifra che ci sembra irrisoria.
Inoltre, la legge nazionale prevede che all’interno dei parchi si possano attivare piani di abbattimento degli animali solamente per ricomporre squilibri ecologici che nel suddetto caso non risultano da alcuno studio in essere. Il direttore del parco, Giampiero Sammuri, ha infatti dichiarato alla stampa che l’Ente Parco non ha mai condotto uno studio relativo agli impatti del muflone sull’Isola del Giglio.
“Assistiamo forse per l’ennesima volta ad un progetto di tutela del benessere dei cacciatori? Gli abbattimenti scellerati saranno utili ai cacciatori per accumulare punti come selecontrollori e utilizzare esseri senzienti come cibo per l’autoconsumo. Quale tutela invece per i mufloni? La loro uccisione è fine a se stessa e al solito interesse di pochi. Inammissibile che gli animali vengano massacrati, e, per giunta, con il denaro dei cittadini”, dichiara Walter Caporale, Presidente degli Animalisti Italiani.
Negli scorsi giorni era stata lanciata una petizione per fermare il progetto Life LetsGo Giglio, finanziato appunto con 1,6 milioni di euro dai cittadini italiani ed europei.
Malgrado le proteste dei cittadini e delle associazioni, si sta procedendo con la mattanza dei mufloni. Noi continueremo a fare pressioni sugli stakeholders istituzionali, scrivendo al Ministero della Transizione Ecologica, alla Regione Toscana, al Sindaco dell’Isola del Giglio, affinché si tutelino gli animali attraverso un immediato stop agli abbattimenti e un’opportuna verifica sui contenuti del progetto Life LetsGo Giglio e sulle modalità di esecuzione.