Animalisti Italiani si costituirà parte civile nel procedimento contro gli autori della barbara uccisione di un pony avvenuta ad Acate, in provincia di Ragusa, il 3 aprile scorso.
Quella maledetta domenica, hanno prima rubato il pony, poi lo hanno legato all’auto e trascinato per circa 6 km. Una lunga scia di sangue resta ancora oggi sull’asfalto. Proprio su quella strada moriva, agonizzante, il mansueto e indifeso pony il cui corpo, ormai irriconoscibile, portava i terribili segni dello scempio subito, della violenza inaudita. I veterinari dell’Asp hanno provveduto ad effettuare eutanasia per evitargli ancora sofferenze.
Dichiara Walter Caporale Presidente degli Animalisti Italiani: “Siamo riusciti a risalire ai nominativi dei colpevoli G.A. e G.G, due giovani del luogo, uno di 32 anni, considerato l’autore materiale del gesto e uno di 38 accusato di favoreggiamento personale. È evidente che questi individui costituiscano una minaccia per sé e per gli altri. Eppure sono ancora a piede libero dopo un reato così brutale. Ciò sottolinea le carenze legislative del nostro ordinamento giuridico. In Italia non possiamo ancora definirci una società civile perché le pene detentive per chi compie gesti mostruosi e vigliacchi come questo non vengono praticamente mai applicate. Noi, Animalisti Italiani, saremo in aula per ottenere una pena esemplare! Questo delitto non dovrà rimanere impunito”.
Aggiunge: “Estenderemo i controlli anche ad altri soggetti indagati a vario titolo nella vicenda, al fine di richiedere, tramite le autorità competenti, l’assoluto divieto di possesso di animali per reati connessi”.
A seguito del sopralluogo delle guardie zoofile, guidate da Riccardo Zingaro, presso la scuderia degli indagati, sono stati identificati tre cavalli giovani regolarmente microchippati e in buona salute e tre cuccioli di jack russell senza microchip detenuti in ambiente non compatibile con le normative. Richiederemo tramite le autorità competenti l’assoluto divieto di possesso di animali per reati connessi.
Ribadiamo ancora una volta l’urgente necessità di un inasprimento delle pene per i reati di cui sono vittime gli animali, sia per la sacralità della loro vita sia per la stretta correlazione tra la crudeltà sugli animali e la pericolosità sociale di chi la commette.