Dopo mesi di discussioni, i dibattiti sono terminati: il Parlamento francese ha appena approvato in via definitiva il disegno di legge contro gli abusi sugli animali. Un testo che rappresenta una tappa storica nella lotta per la causa animale.
Tra i provvedimenti adottati in Francia, segnaliamo il divieto della vendita di cuccioli e gattini nei negozi di animali; la fine graduale della presenza degli animali selvatici nei circhi e nei delfinari; il rafforzamento delle sanzioni penali per i reati contro gli animali con reclusione fino a cinque anni e multa di 75.000 euro in caso di morte dell’animale.
La misura che, tra tutte, spicca maggiormente è l’immediato divieto dell’allevamento di visoni per la produzione delle ormai obsolete pellicce.
Il Governo francese, più di un anno fa, aveva già annunciato questo divieto, che sarebbe però dovuto entrare in vigore dopo un periodo transitorio di 5 anni, cioè a partire dal 2025. L’anticipazione della chiusura dell’ultimo allevamento francese di visoni americani che si trova a La Chapelle-d’Andaine, a Orne in Normandia, e conta 14.000 animali, è diventata finalmente realtà.
Con la Francia salgono a 17 i Paesi in Europa che hanno scelto di vietare questi allevamenti, crudeli per gli animali e pericolosi per la salute pubblica.
L’Italia cosa sta aspettando? Nel nostro Paese, grazie alle pressioni animaliste, gli allevamenti di visoni sono stati sospesi, causa covid, fino al 31 dicembre 2021.
Ci troviamo dinanzi a un bivio storico.
Il Governo italiano ha il potere e la responsabilità di imboccare la giusta strada che non può non essere il divieto definitivo degli allevamenti di visone.
Sulla falsariga della Francia, invitiamo il Ministro della Salute, Roberto Speranza, a seguire questo virtuoso esempio. Abbiamo scritto un’ulteriore lettera di sollecito, appellandoci al suo buon senso e richiedendo la chiusura definitiva degli allevamenti degli animali cosiddetti “da pelliccia”.
I sistemi di allevamento, oltre a costituire serbatoi di virus, come dimostrato da numerose evidenze scientifiche, non riescono a garantire agli animali le minime esigenze etologiche, senza dimenticare le condizioni igienico sanitarie precarie e la somministrazione ripetuta di antibiotici che li rendono sempre più veicolo per possibili spillover.
Dopo le tante mobilitazioni dell’anno scorso volte a far sospendere per tutto il 2021 le attività degli allevamenti di visoni, pretendiamo che allo scadere dell’ordinanza: il 31 dicembre, si provveda alla chiusura definitiva.
Non possiamo e non dobbiamo scegliere la strada sbagliata: riaprire queste strutture significa condannare a morte gli animali e mettere a rischio la salute della collettività.