È passata con 667 voti favorevoli, 4 contrari e 6 astenuti, la risoluzione del Parlamento Europeo per facilitare la transizione verso l’innovazione nella ricerca scientifica, affinché si ponga fine allo sfruttamento degli animali nella sperimentazione.
Un successo per tutti coloro che amano gli animali, ma anche per l’uomo e per la scienza!
La risoluzione UE sottolinea che il settore privato può essere direttamente coinvolto nel piano, in particolare le imprese disposte a passare a modelli non basati su animali, nonché le start-up che li sviluppano e perfezionano.
Inoltre, è stato chiesto di mettere a disposizione finanziamenti sufficienti a medio e lungo termine per garantire lo sviluppo di metodi di sperimentazione alternativi, anche attraverso maggiori finanziamenti nell’ambito di Orizzonte Europa.
Accogliamo positivamente l’orientamento degli eurodeputati: serve un impegno da parte di tutti gli stakeholders, a partire proprio dai legislatori e dai governi, affinché si superi definitivamente l’abominio chiamato “vivisezione”.
Bisogna destinare alla ricerca senza animali fondi adeguati, per una scienza più moderna, più etica e rispettosa della vita.
Finora, in Italia, sono stati stanziati solo 6 milioni di euro per lo sviluppo di metodi sostitutivi, una cifra ancora troppo esigua per arrivare ad una graduale eliminazione dell’utilizzo degli animali come cavie da laboratorio.
L’UE ha riportato ad un alto livello la soglia di attenzione su questa delicatissima questione.
Tuttavia, le relazioni della Commissione illustrano quanto sia lontana effettivamente l’Ue da una significativa e concreta transizione verso la scienza non basata su modelli animali.
Quasi 10 milioni di animali utilizzati ogni anno nella ricerca di base e applicata, nei test e per la didattica, con oltre un milione di procedure (circa l’11% del totale) con un livello di sofferenza animale “grave”, il più alto e non alleviabile.
Dati ancora troppo alti.
Come Associazione animalista siamo a favore del progresso della ricerca, ma non a discapito di vite di altri esseri senzienti.
Auspichiamo che la risoluzione parlamentare approvata, oggi, permetta un’accelerazione dei tempi.