Tragica fine per il cavallo Alleluia: muore in pista a soli 5 anni!
Non c’è pace per gli animali e i cavalli in particolare sono protagonisti di uno sfruttamento epocale e senza fine: botticelle e fiaccherai, circhi, palii e corse equestri, e addirittura i tanto osannati “sport olimpici” li rendono vittime di un depauperamento sistemico e di orribili coercizioni.
L’ultimo “olocausto” dell’arroganza umana è appunto il cavallo Alleluia che a soli 5 anni d’età, aveva già disputato 116 corse: un numero sproporzionato per una creatura appena all’inizio della sua giovane vita.
Un numero che può dare un’idea seppur vaga del “sistema” contorto e corrotto a cui vengono sottoposti gli animali.
Un numero che può dare un’idea seppur vaga del “sistema” contorto e corrotto a cui vengono sottoposti gli animali.
I cavalli vengono messi in pista a meno di 2 anni, età in cui il loro apparato muscolo-scheletrico non si è totalmente sviluppato.
Questa creatura meravigliosa e innocente si è spenta prematuramente, pochi giorni fa, proprio mentre disputava la sua ultima maledetta gara nella corsa di trotto all’ippodromo di Cesena.
Si sospetta un aneurisma, ma si attende conferma ufficiale dopo l’autopsia.
È terrribile assistere alla morte di un essere vivente, ancor di più di una creatura che si è da poco affacciata alla vita. Se consideriamo che dietro questo panegirico finanziato con soldi pubblici c’è quello stesso Stato che promulga leggi per tutelare gli animali predicando etica e civiltà, rabbrividiamo. Nei fatti lo Stato continua a considerare gli animali alla stregua di oggetti.
Si sospetta un aneurisma, ma si attende conferma ufficiale dopo l’autopsia.
È terrribile assistere alla morte di un essere vivente, ancor di più di una creatura che si è da poco affacciata alla vita. Se consideriamo che dietro questo panegirico finanziato con soldi pubblici c’è quello stesso Stato che promulga leggi per tutelare gli animali predicando etica e civiltà, rabbrividiamo. Nei fatti lo Stato continua a considerare gli animali alla stregua di oggetti.
Mentre aleggia l’ombra delle Zoomafie dietro lo sfruttamento dei cavalli che rispondono a criteri di guadagno e non rispettano i ritmi biologici ed etologici di questi splendidi animali. Si tratta di un circolo vizioso a cui bisogna decisamente opporsi.
Dobbiamo reagire alla “normalità” del male.
Dobbiamo reagire alla “normalità” del male.
Istituzioni, politici, Stato prendano atto e agiscano di conseguenza, rispettando la sempre crescente sensibilità collettiva che, come da incontrovertibili dimostrazioni scientifiche, riconosce agli animali la capacità di provare “sentimenti purissimi” che abbiamo il dovere morale di rispettare, tutelandoli quindi nei loro bisogni, fisici ed emotivi.
Come diceva Schopenhauer:
“La pietà verso gli animali è talmente legata alla bontà del carattere da consentire di affermare fiduciosamente che l’uomo crudele con gli animali non può essere buono. Questa compassione proviene dalla medesima fonte donde viene la pietà verso gli uomini.“
Proprio quell’empatia che continua a latitare nei confronti degli Animali e che rappresenta senza ombra di dubbio la radice più profonda di tutti i mali del mondo.
Come diceva Schopenhauer:
“La pietà verso gli animali è talmente legata alla bontà del carattere da consentire di affermare fiduciosamente che l’uomo crudele con gli animali non può essere buono. Questa compassione proviene dalla medesima fonte donde viene la pietà verso gli uomini.“
Proprio quell’empatia che continua a latitare nei confronti degli Animali e che rappresenta senza ombra di dubbio la radice più profonda di tutti i mali del mondo.