Orrore e brutalità contro un cucciolo di cane randagio ad Acate, in provincia di Ragusa.
A perpetrare questa ignobile violenza, un gruppo di bambini tra i 9 e 10 anni che ha tagliato le orecchie al cane, parte di una cucciolata di randagi. Per quel “gioco” crudele hanno sfiorato la tragedia: rischiando di uccidere il povero cane. Un ragazzo che ha visto la scena ha avvisato le Forze dell’Ordine. Carabinieri e Polizia municipale sono arrivati sul posto salvando in extremis il quattrozampe, poi ribattezzato Leone, il cui corpicino era intriso di sangue.
“Cosa sia passato per la testa di questi bambini non è chiaro. Di certo non si è trattato di un gioco, ma di cruda violenza. Un vero e proprio reato contro gli animali.
La famiglia è il luogo principale in cui l’essere umano cresce e impara i comportamenti e le emozioni. Se all’interno del nucleo familiare appare normale maltrattare e malmenare gli altri ed in particolare gli animali, con tutta probabilità tale atteggiamento verrà emulato e fatto proprio dal bambino che lo recepirà come normale e lo ripeterà all’esterno. Per questo non possiamo far finta di nulla davanti ad una brutalità come questa, a maggior ragione perché commessa da minorenni che vanno rieducati. Denunceremo i genitori”, dichiara Walter Caporale, Presidente degli Animalisti Italiani.
Il rapporto del bambino con il diverso ha un ruolo fondamentale nello sviluppo psicologico dell’essere umano. I soggetti in grado di commettere atti di crudeltà nei confronti degli animali, sono in grado di indirizzare la violenza verso gli esseri umani, in particolare verso i soggetti incapaci di difendersi e maggiormente remissivi. L’orrore subito dal cucciolo di Acate non è isolato. Pensiamo al cucciolo di fratino, specie in via di estinzione, ammazzato senza pietà sulla spiaggia di Lido di Spina a Ferrara oppure al riccio ucciso a calci a Ciriè, in provincia di Torino. In entrambi i casi il reato è stato commesso da minorenni. Sottovalutare crimini di questa portata equivale ad avallare l’intero sistema che normalizza la sopraffazione, lo sfruttamento e la violenza su chi è più debole”.
“Quando il sadismo si impossessa dell’animo dei bambini significa che abbiamo fallito. La responsabilità di questo ennesimo ‘scempio morale’ è di tutti, nessuno escluso.
Famiglie, istituzioni, politici, società e sistema di vita.
La completa disconnessione dalla Natura, e quindi dagli Animali, causa la recrudescenza cronica di questi comportamenti sociopatici. In molti casi gli Animali non sono conosciuti dai bambini . Gli vengono proposti come “oggetti” e non come “soggetti” con i quali avrebbero naturalmente un rapporto privilegiato.
Nessun futuro potrà esserci se non si reprimono duramente questi folli gesti criminali. Nessun progresso e nessuna vera evoluzione potrà mai essere registrata se si continuerà a restare indifferenti nei confronti della violenza su chi è più debole, conclude il Vice Presidente Riccardo Manca.
Aiutaci a chiedere pene più severe per chi maltratta gli animali. Firma la petizione.
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