Dopo mesi di battaglie e una sospensione temporanea degli esperimenti sui macachi vittime del Progetto Light-Up delle università di Parma e Torino, il Consiglio di Stato ha deciso in via definitiva che i test possono riprendere.
La motivazione è legata alla concezione che la sperimentazione sugli animali, per questo studio, sarebbe irrinunciabile. Tale ricerca ha l’obiettivo di ricreare un “modello animale” per lo studio delle persone affette da “blindsight” che, quindi, hanno perso parzialmente la vista a causa di un danno cerebrale.
“Quasi due anni di attivismo per salvare la vita ai 6 macachi sfumano, oggi, in questa giornata piena di dolore per gli animali e per tutti i cittadini che ci hanno sostenuto. Noi Animalisti Italiani intendiamo proseguire la lotta attraverso manifestazioni e provocazioni che mantengano alta la soglia d’attenzione sul problema vivisezione. Non ci fermeremo, come quando abbiamo consegnato un assegno insanguinato, sia al Ministro della Salute che ai rettori delle Università coinvolte, per ricordare loro che questa ricerca è sporca di sangue e non permette dialogo tra scienza ed etica. I titani del mondo accademico-scientifico rifiutano il progresso, rifiutano di aprirsi a nuove metodologie non invasive, nonviolente che tutelino la vita di tutti gli esseri viventi, nessuno escluso”, afferma Walter Caporale Presidente degli Animalisti Italiani.
Gli esemplari che fanno parte di questa sperimentazione subiranno, quindi, un intervento chirurgico al cervello che li condurrà alla progressiva cecità e poi alla morte.
Più volte abbiamo agito concretamente proponendo tavoli di confronto ed esponendo dati concreti e modelli virtuosi applicati con successo da studiosi di ampia fama internazionale: abbiamo parlato di tecniche non cruente come gli organs-on-a-chip, le biostampanti 3D, il microdosaggio, citato progetti sulle neuroscienze e la vista come quello sul blindsight, terminato nel 2017 e pubblicato sulla rivista internazionale Neuropsychologia, eseguito interamente su pazienti umani, con metodi ovviamente non invasivi dal professor Carlo Alberto Manzi, in collaborazione con il Centro di ricerca di Riabilitazione neuromotoria e cognitiva del dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento dell’Università di Verona.
“Nella formulazione di una simile sentenza si annida il fallimento della metodologia pseudoscientifica.
Una scienza che si sottrae al confronto perde tutta la sua “autorità”, e all’alba della terza decade del terzo millennio sappiamo tutti benissimo che non è più necessario sacrificare la vita di nessuno. Ed è proprio questa reiterata “normalità” nel sottovalutare la vita di qualcuno, solo perché possiede sembianze diverse dalle nostre, che deve spaventarci e farci riflettere.
Il Consiglio di Stato ha spento “la Luce della Vita”; altro che LightUp.
Ora il buio avvolge le nostre vite.
Respiriamo a pieni polmoni violenza “normalizzata” e galleggiamo su un inferno artisticamente spacciato come “evoluzione” o peggio come “scienza”.
La ricerca è arrivata a un punto di non ritorno: è indispensabile un cambio di paradigma come accadde per la fisica quando ha compreso la relatività.
Una rivoluzione dogmatica e non solo metodologica.
Solo così l’uomo potrà ritornare ad essere umano e non un mostro torturatore.
È infatti mancanza di rispetto verso i più deboli l’origine primaria di tutti i mali del mondo; e nel periodo particolare che stiamo vivendo dovrebbe essere un monito per tutte le persone dotate di buon senso e di un briciolo di anima”, aggiunge Riccardo Manca, Vice Presidente degli Animalisti Italiani.