Gli incendi in Australia: la nuova Chernobyl del riscaldamento globale!
L’Australia brucia ininterrottamente da quasi quattro mesi provocando l’emissione di circa 250 milioni di tonnellate di CO2. Una tragedia immane per tutti e soprattutto per la nostra terra: morti mezzo miliardo di animali e con essi il loro habitat naturale.
Diecimila cammelli selvatici saranno inoltre abbattuti nell’Australia meridionale da tiratori professionisti in elicottero per impedire loro di consumare acqua nella regione devastata dalla siccità. L’abbattimento dovrebbe durare cinque giorni e l’ordine è stato diramato dal capo della comunità degli aborigeni di Anangu Pitjantjatjara Yankunytjatjara dopo le lamentele della popolazione.
Walter Caporale, Presidente degli Animalisti Italiani dichiara: “Australia, terra di cacciatori e di safari, di stragi di canguri, gatti selvatici e odio per gli squali. Esportatori e consumatori di carbone e all’ultimo posto per contrastare i cambiamenti climatici. Puntiamo il dito contro le responsabilità politiche di chi ha favorito ottusamente anche le lobbies dei combustibili fossili, contro un governo che sta conducendo al suicidio questo continente e tutti i suoi esseri viventi. Anno 2020, il nuovo anno zero, una sorta di nuova Chernobyl.”
E aggiunge: “Ora questi buffoni pseudo superiori, già razzisti ed intolleranti, hanno deciso di sterminare decine di migliaia di animali sopravvissuti? Così, mentre continuano gli arresti per incendi dolosi, arriva adesso quest’altra brutta notizia, come se non bastasse il fatto che sono già morti milioni di animali innocenti dinanzi agli sguardi attoniti e impotenti del mondo. Noi Animalisti Italiani abbiamo deciso di agire scrivendo all’Ambasciatore Australiano in Italia S.E. Greg French e al Primo Ministro del Commonwealth dell’Australia Scott John Morrison affinché venga ritirata l’ordinanza relativa all’abbattimento dei cammelli. Ordinanza che purtroppo non è nuova, visto che ogni anno il programma di gestione dei cammelli ne prevede un numero da abbattere per paura che essi possano prosciugare le poche sorgenti d’acqua. Non è di certo con l’abbattimento dei cammelli che si porrà fine a questo inferno di fuoco”.
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