Oggi, 18 settembre, Animalisti italiani , LAV, Oipa e Animalisti onlus hanno incontrato il rettore dell’Università di Parma, Paolo Andrei. Presenti per l’ateneo anche il Prorettore, Fornari, e l’avvocato Marini. Per Animalisti Italiani era presente il Vice Presidente Riccardo Manca.
Ringraziamo il magnifico Rettore per la disponibilità mostrata a conferma di quanto sempre voluto e comunicato dall’Associazione, cioè l’importanza del dialogo. Fermo restando le nostre contestazioni e la richiesta di revoca dell’autorizzazione al protocollo che prevede l’utilizzo e morte di 6 macachi per esperimenti sulla cecità, è stato importante aver potuto illustrare le nostre istanze all’Ateneo e presentare due casi recenti in cui collaborazioni tra università (Modena e Padova) e LAV hanno consentito la liberazione di quasi 50 macachi, sottratti alla sperimentazione, che oggi vivono in un centro di recupero, riconsegnati a una vita quanto più possibile naturale (così come Animalisti Italiani aveva fatto qualche anno fa con il CNR salvando altri 22 macachi). Un messaggio reso ancora più forte in questa città, sede dello stabulario in cui sono rinchiusi i primati, dalle centinaia di cittadini che sabato hanno sfilato in un corteo non violento per Parma per dichiarare il proprio NO all’inutile, doloroso e anacronistico esperimento.
Un’altra ricerca è possibile e doverosa, auspichiamo che questo Ateneo voglia rappresentare un nuovo futuro che rispecchi quanto richiesto dalla legge, cioè la priorità dei metodi alternativi e una scienza davvero utile per i malati e per i giovani ricercatori in attesa di lavoro. Recentemente l’EPA (agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti) ha annunciato l’intenzione di ridurre, entro il 2025, i finanziamenti alla ricerca sugli animali al 30%, per poi abolirli del tutto entro il 2035. A livello internazionale il mondo scientifico sta cogliendo l’opportunità di utilizzare metodi di ricerca sostitutivi all’uso di animali – scientificamente affidabili, etici e meno costosi. Si tratta di una opportunità di avanzamento scientifico e culturale, e di uno stimolo competitivo che può rappresentare una grande chance per il nostro Paese e per i giovani ricercatori.