“La Giunta regionale, approvando la proposta di disegno di legge per l’adeguamento e la modifica della legge regionale n. 26 del 9 agosto 2012, non protegge la fauna selvatica, come titola il testo, si tratta infatti di una vera e propria truffa che tutela unicamente gli interessi delle associazioni venatorie”. Così in una nota Walter Caporale, Presidente di Animalisti Italiani onlus. “La Regione Campania – aggiunge – poteva convocare tutte le associazioni animaliste e insieme avremmo scritto delle norme per la protezione della fauna selvatica. Siamo fortemente contrari all’art. 6 in cui si autorizza all’uso dei richiami vivi. È una pratica crudele imprigionare degli uccelli per attirare i loro simili e permettere ai cacciatori di catturarli. Allodole, cesene, tordi bottaccio, tordi sassello, merli, pavoncelle e colombacci vengono rinchiusi tutta la vita in minuscole gabbie, della dimensione di un foglio A4 circa, in luoghi spesso freddi e umidi, con poca aria, luce e igiene. Una forma di caccia che non ha nemmeno un piccolo barlume di sportività, ma che sembra fondata solo su maltrattamenti e inganni. Un’attività immorale che va in contrasto con la sentenza n. 2341 del 17 gennaio 2013 della Corte di Cassazione sul tema dei richiami vivi. La pronuncia stabilisce che l’assoluta impossibilità del volo è incompatibile con la natura degli uccelli selvatici”. Conclude Caporale: “siamo pronti per costruire un fattivo dialogo con la maggioranza regionale per suggerire degli emendamenti che volgano alla tutela di un bene indisponibile dello Stato, come interesse primario della comunità nazionale”.