L’orso M90, per noi Sonny, è stato ucciso con una crudeltà che grida vendetta. L’ennesimo atto di violenza compiuto sotto la regia del Presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, oggi finalmente chiamato a rispondere davanti alla magistratura per uccisione di animale con crudeltà e senza necessità.
Quella che la Provincia ha voluto presentare come “tutela della sicurezza pubblica” è in realtà una politica del piombo, un piano sistematico di sterminio della fauna selvatica che disonora le istituzioni e calpesta la vita. L’orso M90 non è stato un pericolo: è stato una vittima, un simbolo di come si sceglie sempre la via più semplice e barbara — la pallottola — invece di investire in prevenzione, educazione e coesistenza.
Animalisti Italiani Onlus annuncia che agirà per vie legali, in ogni sede possibile, contro chi ha ordinato e chi ha eseguito questa esecuzione di Stato. La decisione del GIP di Trento di disporre l’imputazione coatta di Fugatti è solo l’inizio: ora vogliamo giustizia piena per Sonny e per tutti gli orsi del Trentino, vittime di un sistema che continua a considerare gli animali “problemi da eliminare”.
“Questa non è gestione della fauna: è un assassinio legalizzato.
L’uccisione di M90 rappresenta la deriva più buia della politica trentina, che ha scelto la violenza al posto della scienza e della compassione.
Ci batteremo in ogni tribunale e in ogni piazza per far sì che chi ha deciso la morte di Sonny paghi.
Non ci fermeremo finché in Trentino non finirà la caccia di Stato agli orsi.”
— Walter Caporale, Presidente Associazione Animalisti Italiani Onlus
L’Associazione sottolinea che la perizia medico-legale ha accertato come M90 non sia stato narcotizzato e abbia sofferto atrocemente, in violazione delle procedure e dei protocolli ufficiali. Una morte lenta, inutile e disumana, che svela la totale assenza di pietà e di rispetto per la vita.
Mentre Fugatti parla di “legalità e sicurezza”, noi ricordiamo che la legalità senza etica è solo violenza mascherata da ordine.
Chiediamo al Governo, alla Presidenza del Consiglio e al Ministero dell’Ambiente di intervenire subito per fermare questa escalation di decreti di abbattimento e istituire un tavolo tecnico permanente per la convivenza non cruenta tra uomo e grandi carnivori.
La giustizia ha fatto il primo passo. Ora tocca a noi cittadini, attivisti, associazioni e istituzioni oneste fare il resto.