Roma, 18 Dicembre 2017 – “Non c’è stato nessuno sgombero e la signora è rientrata già nel suo appartamento. Questa non si chiama vittoria”. È la durissima presa di posizione di ANIMALISTI ITALIANI ONLUS, ENPA, LAV, LEAL e LNDC in merito all’ormai tristemente noto caso della “serial killer dei gatti” di Via Lavinio, a Roma.
Le Associazioni animaliste prendono di mira il Comune di Roma Capitale e, nella fattispecie, il Municipio VII, rei di aver taciuto per troppo tempo sulla questione. Pochi giorni fa l’intervento della Polizia Locale e delle Guardie Zoofile di Fare Ambiente avevano fatto gridare vittoria a qualcuno, ma così non è.
“Dalle istituzioni locali stiamo assistendo soltanto a dichiarazioni di circostanza e a bieche strumentalizzazioni comunicative per cercare di recuperare all’enorme danno di immagine provocato da anni di lassismo e di latitanza – proseguono le Associazioni – Diversi organi di informazione hanno fatto passare l’operazione dei giorni scorsi come un evento risolutivo del caso, quando invece non si è risolto proprio nulla. La signora è già nel suo appartamento ed è di nuovo libera di accumulare oggetti e animali, senza il benché minimo controllo da parte degli enti preposti”. Le Associazioni fanno riferimento all’ormai conclamato disagio della signora, incapace di intuire la pericolosità del suo reiterato comportamento: “Le Istituzioni, anziché venerarsi reciprocamente, avrebbero dovuto affidare questa persona, già da tempo, alle cure del Dipartimento di Salute Mentale e agli assistenti sociali, così da garantire a lei la giusta assistenza e agli altri condomini e abitanti del quartiere, la meritata igiene e sicurezza personale. Fino ad ora lo stesso Dipartimento ha palesato un’indifferenza quasi paradossale”.
Le Associazioni, nonché i volontari animalisti che da anni segnalano questo caso (organizzati nel “Coordinamento gatti Via Lavinio”), puntano l’attenzione anche su altre imprecisioni comparse nel comunicato diffuso dal Comune di Roma: l’operazione di sgombero della casa della signora, avvenuta lo scorso giugno, è stata organizzata esclusivamente dalle Guardie Zoofile di Fare Ambiente, coordinate da Antonio Colonna, e pagata con i soldi di alcuni condomini (€23.000), molti dei quali esasperati, considerato che il Municipio VII dichiarò la totale mancanza di fondi.
Questa operazione portò al salvataggio di 3 gatti reclusi nella casa, al ritrovamento di 4 cadaveri di felini morti da tempo nella stessa abitazione e allo sgombero di 16 tonnellate di rifiuti, accantonate nella casa dalla signora nel corso di diversi anni, senza che alcuna autorità ne limitasse l’accumulo compulsivo. In più, diverse segnalazioni, nel corso degli anni, avevano riguardato anche principi di incendio originati dalle candele con cui la donna illuminava la casa, visto che “il Comune si è fatto sentire soltanto per staccare la corrente elettrica in quanto le bollette non venivano saldate”. E ad oggi la situazione non è cambiata.
“Non è più possibile aspettare oltre – concludono le Associazioni – se le Istituzioni non interverranno una volta per tutte per avviare, definitivamente, il percorso di recupero sociosanitario della signora e per attuare le procedure di salvaguardia animale, daremo il via nelle prossime settimane ad una durissima manifestazione di protesta. Roma, i romani e gli animali innocenti non meritano questo scempio”.
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