Napoli, 14 gennaio 2025 – Continua senza sosta la battaglia legale per chiedere giustizia per Rocky, il pitbull ucciso nel luglio 2019 in via Rosaroll a Napoli da un agente di polizia durante un’operazione. Questa mattina, presso il Tribunale di Napoli, si è svolta un’importante udienza del processo.
L’Avv. Francesca Pantanella, legale dell’Associazione Animalisti Italiani, è intervenuta in rappresentanza dell’associazione, ammessa come parte civile nel procedimento. Durante l’udienza, il pubblico ministero ha chiesto una condanna a 8 mesi per il poliziotto imputato per l’uccisione di Rocky. Il giudice, al termine della discussione delle parti, si è ritirato in camera di consiglio per deliberazione della sentenza che verrà depositata entro 90 giorni. Il poliziotto è stato assolto.
Un caso che scuote le coscienze
Il tragico episodio risale al 2019, quando Rocky perse la vita per un colpo di pistola esploso durante un’operazione di notifica di un ordine di carcerazione al suo proprietario. L’azione legale intrapresa dagli Animalisti Italiani ha già ottenuto risultati significativi, tra cui il rinvio a giudizio dell’imputato e il riconoscimento del Ministero dell’Interno come responsabile civile per eventuali danni.
Le dichiarazioni
“Rocky non aveva colpe e non doveva morire – dichiara Walter Caporale, Presidente degli Animalisti Italiani – La violenza sugli animali è già di per sé inaccettabile, ma quando viene commessa da chi indossa una divisa, simbolo di legalità e protezione, diventa un tradimento gravissimo della fiducia della comunità. L’assoluzione da parte del giudice è come una seconda uccisione di Rocky. Vergogna! Continueremo a batterci per ottenere giustizia, perché nessun essere vivente merita una fine così crudele. Abbiamo discusso l’intero caso e ribadito la necessità di accertare le responsabilità dell’agente. Questa vicenda non riguarda solo Rocky, ma anche il rispetto del diritto alla vita di ogni essere senziente. Non ci fermeremo fino a quando giustizia non sarà fatta.”
L’Avv. Francesca Pantanella, presente in aula, ha aggiunto: “Il giudice ha assolto l’imputato ritenendo la sussistenza di una causa di giustificazione (capiremo quale). La tesi di noi parti civili e della stessa Procura invece, era proprio l’assenza nella condotta dell’agente di uno ‘stato di necessità’ che avrebbe legittimato l’uccisone del cane. Aspettiamo le motivazioni del giudice e poi valuteremo”.