Il Presidente degli Animalisti Italiani, Walter Caporale, in viaggio presso la stazione Tiburtina, ha assistito a un episodio che riteniamo grave: un cittadino è stato fermato dal personale di sicurezza perché stava dando da mangiare ad alcuni piccioni.
Ricordiamo che in Italia non esiste una legge nazionale che vieta di nutrire i piccioni. Eventuali divieti, laddove presenti, sono regolati da ordinanze comunali che devono essere rispettose del principio di proporzionalità e giustificate da motivazioni igienico-sanitarie concrete. Agire con prepotenza contro chi compie un atto compassionevole verso gli animali è non solo scorretto, ma lesivo dei diritti di chi si prende cura della fauna urbana.
Il Regolamento di Polizia Urbana di Roma Capitale vieta di nutrire piccioni, gabbiani, storni e ratti, ma sono previste eccezioni. Auspichiamo che la giurisprudenza regionale si aggiorni prendendo spunto da una recente sentenza del TAR di Catania ha stabilito che non si può vietare indiscriminatamente di dare cibo agli animali randagi, siano essi gatti, cani, piccioni e uccelli di diverse specie.
Nel caso specifico, il TAR ha dato ragione all’associazione Le Aristogatte, annullando un’ordinanza del Comune di San Pietro Clarenza, in Sicilia, che vietava di nutrire i randagi. Questo conferma che la cura degli animali non può essere criminalizzata o ostacolata da ordinanze comunali o azioni arbitrarie.
Gli Animalisti Italiani chiedono un approccio equilibrato e rispettoso, che tenga conto del benessere degli animali e della compassione di chi se ne prende cura. Ribadiamo con forza: nutrire gli animali non è un crimine, ma un atto di civiltà e solidarietà che deve essere rispettato, non represso.