Il 30 luglio 2023 l’orsa F36 aveva attaccato due escursionisti sui monti sopra Roncone. Pochi giorni dopo, l’11 settembre, il Tar di Trento aveva inizialmente sospeso il provvedimento di abbattimento emanato dalla Provincia, lasciando valida la sola cattura dell’esemplare. Il 27 settembre però, l’orsa F36 viene ritrovata misteriosamente morta in Val Bondone. Il Tar aveva quindi successivamente dichiarato l’improcedibilità dei ricorsi presentati dalle associazioni animaliste, visto che il plantigrado era ormai deceduto.
“La recente sentenza del Consiglio di Stato, a cui si sono comunque appellate le associazioni animaliste, rappresenta un momento di giustizia e speranza per la tutela degli orsi trentini e per il rispetto della vita animale” ha dichiarato Paola Pavone, componente del Direttivo Nazionale dell’Associazione Animalisti Italiani. “L’orsa F36 non era colpevole di alcuna aggressione. La sua reazione è stata la risposta naturale e difensiva di una madre che si è sentita minacciata, nulla di più. È fondamentale ricordare che la vera responsabilità è di chi non ha saputo gestire l’incontro, dimostrando scarsa preparazione”.
La decisione dei giudici è una condanna non solo delle azioni della Provincia di Trento, ma dell’intero approccio orsofobico che ha portato alla tragica fine dell’orsa, trovata senza vita nel settembre scorso. “Il principio di proporzionalità, ribadito nella sentenza, ci ricorda che l’abbattimento di un animale deve essere sempre l’ultima risorsa, solo in casi di pericolo reale e non presunto” ha aggiunto Pavone.
Animalisti Italiani sottolinea la necessità di una convivenza più consapevole e pacifica tra cittadini e fauna selvatica, puntando su educazione e prevenzione per evitare tragedie simili in futuro.