Sabato 16 settembre 2023 sarà una data memorabile per gli animalisti e per chiunque si batta per il rispetto e la protezione della fauna selvatica. In un’importante manifestazione che si terrà in piazza Dante a Trento, dalle ore 14, l’Associazione Animalisti Italiani, presente come sempre in prima linea, insieme al suo Presidente Walter Caporale, ribadirà con forza il suo “no” alla caccia esprimendo il dovuto rispetto alla tutela degli animali che vivono sul territorio italiano: orsi, lupi e tutte le creature selvatiche, sia dei boschi che delle città.
“La scelta di Trento come sede di questa manifestazione non è casuale. La città è diventata un simbolo della cattiva gestione dei rapporti tra l’uomo e la fauna selvatica. È proprio qui che si terrà l’evento, il giorno prima dell’apertura della stagione venatoria, per sottolineare l’importanza di questa causa e la necessità di cambiamenti significativi nelle politiche riguardanti la caccia.
La caccia non è solo una pratica che porta alla morte di milioni di animali ogni anno, ma rappresenta anche una seria minaccia per la sicurezza pubblica. Gli incidenti durante la caccia possono mettere in pericolo la vita delle persone e degli animali domestici. È giunto il momento di porre fine a questa pratica crudele e pericolosa”, afferma Walter Caporale Presidente dell’Associazione Animalisti Italiani.
Tredici morti, tutti cacciatori, e 53 feriti, di cui 10 non cacciatori, in ambito strettamente venatorio: è il bilancio della stagione di caccia 2022-23 secondo il consueto censimento dell’Associazione vittime della caccia. Il conto sale a 19 morti e 60 feriti se si considerano le vittime di armi da caccia fuori dall’ambito venatorio.
La situazione attuale è il risultato dell’insufficiente erogazione di misure preventive per gestire i rapporti uomo-fauna selvatica e di una sempre maggiore liberalizzazione della caccia. La recentissima Legge italiana n.197 del 29 dicembre 2022 ha rimosso ogni limite alla partecipazione dei cacciatori al controllo faunistico, aprendo la strada ad abbattimenti in qualsiasi periodo dell’anno e a qualsiasi ora, senza alcuna verifica scientifica. Questa legge ha anche ridotto le competenze delle autorità pubbliche come l’ISPRA, riducendole a un mero coordinamento. La motivazione addotta dal Governo è il controllo delle specie “problematiche” dietro cui si nasconde per dare senso al discutibile art.1, punti 447-448-449, della suddetta legge che fornisce il via libera al “far west” legalizzato. Chi controllerà i cacciatori? Nessuno! Via libera agli abbattimenti in qualsiasi periodo dell’anno e a qualsiasi ora, nei parchi e in città nei confronti di qualsiasi specie animale e in assenza di ogni verifica scientifica visto che si toglie ogni competenza di reale controllo all’ISPRA.
Una domanda legittima sorge: perché, ad esempio, per il contenimento dei cinghiali non si parla mai di vaccini immunocontraccettivi? Perché l’Italia non adotta queste soluzioni? Un vaccino come il Gonacon, sperimentato con successo negli Stati Uniti e nel Regno Unito a costi contenuti, può bloccare la riproduzione degli ungulati per un periodo che può arrivare fino a 6 anni con una sola dose. Questa soluzione rispetta la protezione della fauna selvatica imposta dalle norme europee ed è una via di mezzo razionale e rispettosa di ogni forma di vita.
La manifestazione del 16 settembre a Trento è un richiamo all’azione per porre fine alla caccia e promuovere soluzioni umane ed etiche per convivere in armonia con la fauna selvatica. È un appello a unirsi in difesa degli animali e a lavorare insieme per un futuro in cui la loro vita e la loro sicurezza siano prioritarie.
La lotta contro la caccia selvaggia ha assunto una rilevanza ancora maggiore negli ultimi mesi, grazie alla pubblicazione il primo luglio 2023 del Piano Straordinario per la Gestione e il Contenimento della Fauna Selvatica. Questo provvedimento rappresenta un grave passo indietro nell’approccio alla gestione degli animali selvatici nel nostro paese: cacciatori armati, attivi giorno e notte nei parchi, nelle piazze e nelle strade delle città, avranno la possibilità di essere dotati di armi pesanti, silenziatori, visori notturni o addirittura arco e frecce. Una prospettiva che ha scosso e sconcertato centinaia di migliaia di cittadini italiani.
La battaglia per porre fine alla caccia selvaggia in Italia sta guadagnando sempre più terreno, con il sostegno di cittadini determinati e di numerosi Comuni che ascoltano le richieste degli animalisti sia per tutelare le centinaia di animali uccisi (di cui non si ha un censimento esatto) che gli stessi esseri umani. La speranza è che, presto, questa pratica possa essere relegata nel dimenticatoio, insieme ad ogni altra forma di sfruttamento degli animali, come un triste capitolo della storia dell’umanità.