Il Consiglio Provinciale di Trento ha approvato la “legge ammazza-orsi” che è passata con 19 voti favorevoli, 11 astenuti e 2 voti contrari, concedendo all’amministrazione la possibilità di uccidere fino a 8 orsi problematici all’anno per un triennio, con la ridefinizione delle quote massime a partire dal 2026.
Dichiara Walter Caporale, Presidente degli Animalisti Italiani: “Se l’orso fa l’orso c’è solo una risposta, ucciderlo? Così la Provincia Autonoma di Trento gestisce il progetto Life Ursus. Anche l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), ritiene che questa quantità di abbattimenti non porterebbe a un declino demografico della specie, ma senza interventi sul territorio, la popolazione ursina potrebbe addirittura aumentare fino a 250 esemplari in 15 anni. Fugatti e la sua Giunta ignorano i pareri degli esperti per portare avanti una guerra senza senso!”.
L’Associazione Animalisti Italiani avvierà le procedure legali sia presso la Commissione Europea che a livello nazionale contro la legge, sottolineando la contrarietà al piano di abbattimento e che l’orso è una specie protetta dalla normativa europea e nazionale.
“La recente approvazione della Legge orsicida, proposta dalla Provincia di Trento che prevede l’uccisione di 8 orsi l’anno, viola palesemente la Direttiva Habitat dell’Unione Europea. È imperativo che Bruxelles intervenga immediatamente per tutelare la vita e la libertà degli orsi trentini”, conclude Francesca Pantanella, Avvocato dell’Associazione Animalisti Italiani.
L’orso JJ4, simbolo della battaglia per la vita e la libertà degli orsi trentini, continua a vivere in cattività nel lager del Casteller nonostante gli sforzi delle associazioni animaliste per il suo trasferimento sicuro. L’assenza di protezioni sui cassonetti, l’eccessiva presenza di cibo di origine umana e le postazioni di foraggiamento non sicure rappresentano tutti fattori che contribuiscono ad abituare gli orsi alla presenza umana. Tuttavia, si passa direttamente alle catture e uccisioni senza affrontare con urgenza la necessità di intervenire per rendere sicuri questi elementi, fondamentali per prevenire potenziali conflitti. Allo stesso tempo, in Trentino ignorano anche l’importanza di fornire informazioni essenziali ai cittadini su come comportarsi in caso di incontro con un orso. Si evince una totale mancanza di consapevolezza delle istituzioni trentine riguardo alla gestione del Progetto Life Ursus che nasce nel 1999, per salvare il piccolo nucleo di orsi sopravvissuti da un’ormai inevitabile estinzione. Il Parco Adamello Brenta con la Provincia Autonoma di Trento e l’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica, usufruendo di un finanziamento dell’Unione Europea, diede avvio al progetto Life Ursus, finalizzato alla ricostituzione di un nucleo vitale di orsi nelle Alpi Centrali tramite il rilascio di alcuni individui provenienti dalla Slovenia. Tra il 1999 e il 2002 furono rilasciati 10 orsi, nati in libertà in Slovenia meridionale. Ma già dal 2003 si registrano nel tempo molti eventi riproduttivi. Nel 2022 è stata stimata la presenza di almeno 14
nuove cucciolate, per 25 cuccioli. Ad oggi gli esemplari adulti, secondo il Rapporto Grandi Carnivori, sono circa 80-90, contro i 60 stimati dal progetto. Un divario che può essere gestibile senza ricorrere agli abbattimenti di massa.
Gli Animalisti Italiani Onlus invitano la Commissione Europea a intervenire senza indugi per porre fine a questa vergognosa legislazione e proteggere la fauna selvatica dell’Europa.