Un capriolo, mesi fa, ha oltrepassato il recinto che delimita la pista dello scalo romagnolo e da allora vive negli spazi dell’Aeroporto di Rimini, non riuscendo più a uscire dall’area.
A giugno la Regione ne aveva previsto l’abbattimento che è stato bloccato, momentaneamente, grazie all’intervento della Provincia.
Nonostante i tentativi di personale specializzato munito di carabine a precisione di lunga gittata per eventuale sedazione il capriolo è riuscito sempre a sfuggire.
Riesce molto difficile pensare che si sia fatta veramente qualsiasi cosa per catturare o far uscire dall’area l’animale e si fa fatica a pensare che il proiettile di sedativo, che andrebbe sparato a un massimo di 20-30 metri di distanza, non raggiunga l’obiettivo come invece si è certi farebbe una cartuccia da caccia.
Animalisti Italiani scrive alla Regione Emilia Romagna, alla Provincia e al Comune di Rimini affinché non si proceda all’uccisione dell’esemplare.
“Vi esortiamo a portare avanti ancora altri tentativi. E’ vostro preciso dovere tutelare e salvaguardare la fauna selvatica, attraverso metodi nonviolenti che preservino ogni forma di vita. Se non lo farete, scegliendo di uccidere l’esemplare, procederemo per le vie legali.
Vi offriamo il nostro aiuto per creare una rete di solidarietà. Siamo disponibili ad adottare il capriolo e a sostenere direttamente le spese per il suo salvataggio e mantenimento in un adeguato Centro di Recupero della Fauna Selvatica.
Il nostro obiettivo comune è unire le forze per tutelare la vita e la biodiversità”, dichiara Walter Caporale, Presidente degli Animalisti Italiani.
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