Negli angoli oscuri del mondo, in luoghi come l’Argentina e l’Uruguay, si nascondono orrori indicibili che coinvolgono i cavalli. Queste meravigliose creature, che hanno accompagnato l’umanità per secoli, sono state ridotte a strumenti di sfruttamento e crudeltà senza limiti. Dalle “fattorie del sangue” alla triste “Sagra della carne di cavallo”, alle gare clandestine, agli ippodromi, alle carrozze turistiche, ai palii, la sofferenza degli equini è diventata una triste realtà.
Le fattorie del sangue, su cui vogliamo soffermarci in questo breve articolo, sono un inferno per cavalli. Gli allevatori, spinti dal desiderio di produrre Gonadotropina, un ormone che stimola il sistema riproduttivo degli animali, costringono le cavalle a una vita di gravidanze forzate e ripetute fino allo sfinimento. Ogni anno migliaia di animali vengono allevati e ingravidati per estrarre dal loro sangue l’ormone eCG (gonadotropina corionica equina). Da una cavalla incinta si prelevano cinque litri di sangue alla settimana, per un massimo di dieci settimane.
Vi chiederete perche? L’ormone noto anche con l’acronimo PMSG (pregnant mare serum gonadotropin) è necessario per produrre farmaci, come il Fixplan, che vengono impiegati negli allevamenti intensivi di carne per sincronizzare e accelerare il ciclo di fertilità delle femmine. In pratica, se le femmine, specialmente i suini, vanno in estro venereo tutte insieme possono essere inseminate e poi partorire negli stessi giorni, rendendo più “efficiente” l’ingrasso e la successiva macellazione dei suinetti.
Si innesca un ciclo perverso che parte dalla tortura delle cavalle gravide alle quali vengono inflitte sofferenze atroci per produrre farmaci destinati ad altri animali a cui ne vengono inflitte altrettante!
Tornando alle cavalle, quando partoriscono, i puledri maschi vengono immediatamente mandati al macello, mentre le femmine seguono la stessa sorte delle madri; considerati i prezzi stracciati dei puledri, il sangue è diventato molto più redditizio. Persino appena alla soglia dell’età fertile, come bambine di 10-12 anni, vengono ingravidate senza pietà. Questi esseri magnifici, che dovrebbero godere di una vita naturale, sono costretti a vivere solo un quinto della loro esistenza.
Per ottenere l’ormone tanto desiderato, ogni settimana vengono prelevati 10 litri di sangue tramite una cannula infilata nella vena giugulare del collo delle cavalle. L’equivalente di 1 litro di sangue prelevato da un umano per 5 anni consecutivi. Questi fiumi di sangue, dopo l’estrazione dell’ormone, vengono semplicemente versati negli scarichi fognari. È una tragedia oltre ogni immaginazione.
Costrette spesso ad abortire (dopo il 4° mese di gravidanza, il loro sangue non serve più), denutrite, senza alcuna assistenza veterinaria qualora siano ferite o malate vengono abbandonate a se stesse.
Ma l’orrore non si ferma alle frontiere di Argentina e Uruguay e alla terribile “fattoria del sangue”. Nella provincia di Lecce, in Italia, a Seclì, si ripete annualmente una sagra aberrante: la “Sagra della carne di cavallo”. In questa terribile occasione, almeno una decina di cavalli vengono uccisi e la loro carne viene offerta come pasto alla popolazione. Come è possibile che l’umanità tolleri e giustifichi l’inferno a cui abbiamo condannato il mondo animale? Questa è una delle tantissime tristi testimonianze delle aberrazioni umane e un vero impedimento all’evoluzione della nostra specie.
È nostro dovere alzarci e denunciare tali atrocità. Dobbiamo educare e sensibilizzare le persone sulla sofferenza degli animali. Ogni firma, ogni voce che si unisce al coro per il rispetto e la protezione dei più fragili, conta. Solo allora potremo sperare di invertire il corso di questa tragedia e aprire la strada a un futuro in cui tutte le creature possano vivere in pace e dignità.